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LOCARNO 2022 Concorso

Recensione: Tengo sueños eléctricos

di 

- Valentina Maurel mette in scena l'inquietante cronaca adolescenziale di una protagonista che scopre suo malgrado che l'età adulta non è fine a se stessa

Recensione: Tengo sueños eléctricos
Reinaldo Amien Gutiérrez e Daniela Marín Navarro in Tengo sueños eléctricos

"Faccio sogni elettrici". Notata grazie ai suoi cortometraggi Paul est là (Premiere Prix de la Cinéfondation a Cannes nel 2017) e Lucia en el limbo (selezionata alla Semaine de la Critique di Cannes nel 2019), Valentina Maurel supera il traguardo del primo lungometraggio con brio, presentando oggi Tengo sueños eléctricos [+leggi anche:
trailer
intervista: Valentina Maurel
scheda film
]
in Concorso al prestigioso Festival di Locarno.

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Con questo film prosegue con la sua produzione cinematografica precedente, ancora una volta incentrata sull'adolescenza. Dopo aver esplorato con grazia e franchezza il risveglio sensuale e sessuale di una giovane ragazza in Lucia en el limbo, questa volta si interroga sul fragile rapporto che unisce una giovane ragazza e suo padre. Eva non sopporta l’idea che sua madre, appena divorziata, voglia ristrutturare la casa di famiglia. Sogna solo una cosa, andare a vivere con suo padre, in un appartamento, se possibile con una stanza per lei, dove trovar riparo alla sua privacy e alla sua adolescenza. E farà di tutto per raggiungere questo obiettivo, anche cercare tra gli annunci per suo padre; ma lui, desideroso di libertà, agisce con disastroso dilettantismo quando si tratta di garantire un po' di stabilità alla sua prole.

Palomo è un poeta. Palomo è uno spirito libero. Palomo è anche un uomo attraversato da una violenza arcaica, che Eva non sa gestire. Come e perché amare un padre violento e disfunzionale? Osservando suo padre e i suoi amici, e anche sua madre, Eva arriva a chiedersi che cos'è l'età adulta: è davvero un obiettivo sensato mirare a questa “età della ragione”? Questi uomini e queste donne intorno a lei, che si rifugiano nel loro amore per l'arte e nella loro sete di libertà, alla fine sembrano smarriti proprio come lei, se non di più.

Eva si ritrova all'ingresso di un tunnel senza uscita. Tengo sueños eléctricos non fa parte del classico filone coming-of-age, in cui una ragazza si trasforma in una giovane donna nell’arco di un'estate. Eva guarda oltre, vede l'angoscia, vede l'incapacità, vede la violenza di ciò che l'aspetta "dall'altra parte", superata l'adolescenza.

Quali sono i demoni che attraversano la famiglia di Eva? Come e perché la violenza è diventata linguaggio, inscrivendosi nel cuore della sua intimità familiare, diventando un flusso colloquiale tra lei e suo padre, a volte anche con sua madre? Cosa fare con questo retaggio, questa violenza trasmessa come eredità?

Daniela Marín Navarro presta il suo ardore, il suo sguardo penetrante e la sua naturalezza a Eva, interpretando una protagonista testarda e disarmante. Reinaldo Amien Gutiérrez incarna meravigliosamente l'ambiguità di Palomo, un padre tanto amorevole quanto violento, perso nei suoi ideali e (a volte) salvato dalla sua arte. Valentina Maurel li riprende in movimento, spesso alla ricerca di una connessione, mentre girano per la città, in una San José poco vista al cinema, lontana da ogni esotismo.

Tengo sueños eléctricos è prodotto da Wrong Men (Belgio) e Geko Films (Francia), in coproduzione con Tres Tigres Films (Costa Rica). Le vendite internazionali sono curate da  Heretic.

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(Tradotto dal francese)

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