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VENEZIA 2022 Giornate degli Autori

Recensione: Dirty, Difficult, Dangerous

di 

- VENEZIA 2022: Wissam Charaf mette in scena l'amore di due migranti intrappolati a Beirut, in una favola minimalista che emana fascino e veracità dietro l'apparente leggerezza

Recensione: Dirty, Difficult, Dangerous
Clara Couturet e Ziad Jallad in Dirty, Difficult, Dangerous

"È come se il tuo cuore fosse in gabbia". In uno stile agrodolce e minimalista, simile a un'allegoria sociale al limite della commedia, la storia romantica di un amore appassionato tra due migranti indigenti esiliati e intrappolati a Beirut costituisce il cuore pulsante di Dirty, Difficult, Dangerous [+leggi anche:
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intervista: Wissam Charaf
scheda film
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di Wissam Charaf, presentato in apertura delle Giornate degli Autori, nell'ambito della 79ma Mostra di Venezia. Composto da una migrante economica etiope assunta come badante da una vecchia coppia libanese e da un rifugiato siriano senzatetto che commercia rottami in strada, questa coppia sentimentale molto accattivante è innegabilmente la risorsa principale del secondo lungometraggio del regista (rivelatosi all'ACID di Cannes 2016 con Tombé du ciel [+leggi anche:
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scheda film
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), che scava con delicatezza e modestia il suo solco cinematografico postmoderno evocando Aki Kaurismäki, Elia Suleiman e anche i fratelli Nasser.

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Vigilare attentamente su un colonnello in pensione (Rifaat Tarabey) che a volte perde la testa, scambiandosi per Nosferatu il vampiro (una strizzata d’occhio a Murnau) fino a cercare di strangolare la sua dipendente nella sua stanzetta di notte: questa è la missione principale, tra molti stracci passati per terra, della graziosa Mehdia (Clara Couturet), sotto la guida maternalista della moglie di casa (Darina Al Joundi). Ma ci sono anche felicità, baci rubati, incontri segreti, per la bella giovane donna non appena la voce di Ahmed (Ziad Jallad) risuona per strada: "Ferro, rame, batterie!". Per quest'ultimo, il cui corpo espelle regolarmente frammenti di metallo in ricordo di una bomba, la vita quotidiana è molto più aspra nell'atmosfera venata di xenofobia nella capitale libanese dove i profughi di guerra siriani sono trattati come cittadini di serie B (coprifuoco, impossibilità di un lavoro "normale" , sopravvivenza in edifici dismessi riscaldati al braciere o in accampamenti di fortuna fuori città).

I consolanti barlumi d'amore lasciano presto il loro posto alle ombre quando Medhia viene accusata di comportamento non professionale a causa di Ahmed. Il suo passaporto le viene confiscato dall'agenzia che ha organizzato il suo trasferimento in Libano (che fornisce anche personale domestico da Sri Lanka, Bangladesh e Madagascar), viene rinchiusa nel suo appartamento dalla sua padrona ed è costretta a ignorare Ahmed. La pia Medhia è ora prigioniera. Ma scappa e si riunisce con il suo amante la cui salute è in declino ("il tuo corpo è pieno di metallo... è un miracolo che tu non sia morto"). Il loro obiettivo ora è lasciare il Libano. Ma come?

Un film che rispecchia la spietata realtà della vita quotidiana dei migranti in Libano (dove molti, compresi i più poveri, tentano di schiavizzarsi a vicenda), Dirty, Difficult, Dangerous si impegna a non drammatizzare situazioni già incredibilmente dolorose. Il tono e la scenografia volutamente minimalisti del film e le sue avventure talvolta rocambolesche (la sceneggiatura è stata scritta dal regista insieme a Hala Dabaji e Mariette Désert) conferiscono fascino e un'aria da favola a un'opera che punta sulla semplicità contenuta e una freschezza senza pretese in una complicata ricerca della libertà.

Prodotto dalla società parigina Aurora Films, Dirty, Difficult, Dangerous è coprodotto dalla società libanese Né à Beyrouth Films e dall’italiana IntraMovies, che guida anche le vendite internazionali.

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(Tradotto dal francese)


Photogallery 31/08/2022: Venezia 2022 - Dirty, Difficult, Dangerous

5 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Wissam Charaf, Clara Couturet
© 2022 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

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