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VENEZIA 2022 Concorso

Recensione: I figli degli altri

di 

- VENEZIA 2022: Rebecca Zlotowski tesse con limpida e sottile semplicità un formidabile ritratto di donna senza figli e innamorata, magistralmente interpretata da Virginie Efira

Recensione: I figli degli altri
Callie Ferreira-Goncalves e Virginie Efira in I figli degli altri

"Non devi giustificarti, è la tua storia", "Ho solo una vita ed è con te. Quello che succede a te succede un po' anche a me". Nella vita, entrare in un circolo già costituito è un'impresa solitamente non facile, soprattutto quando sono in gioco l'amore e la famiglia, e ancor di più quando il conto alla rovescia dell'orologio biologico della maternità corre veloce. Trovare il proprio posto, e un equilibrio tra emozione e ragione, desiderio e perdita, armonia con se stessi e rispetto per lo spazio creato prima di sé dagli altri... È questa zona grigia all'interno delle emozioni quotidiane di una donna, che riflette quella di tante altre, che la regista francese Rebecca Zlotowski ha scelto di sviscerare e catturare alla perfezione, in tutta la sua banalità sorda e struggente, in I figli degli altri [+leggi anche:
trailer
intervista: Rebecca Zlotowski
scheda film
]
, presentato in concorso alla 79ma Mostra di Venezia.

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Raccontando l'intera storia di un nuovo amore vissuto da Rachel (una fantastica Virginie Efira), insegnante di liceo single e quasi quarantenne, il film ne segue tutte le fasi e le complicazioni (che non sempre sembrano particolarmente serie, ma che tuttavia divorano in profondità la coppia) dell'assumere il ruolo di matrigna di un bambino di quattro anni. Ma prima di tutto, c’è la sua storia d'amore con Ali (Roschdy Zem), le loro mani che si sfiorano come se fossero adolescenti, il piacere fisico, le cene con gli amici... Poi arriva il momento di conoscere e conquistare la piccola Leila (Callie Ferreira-Goncalves), cui seguono i corsi di judo (e le merende da non dimenticare), le vacanze insieme in Camargue, le piccole paure, le gioie condivise e anche le ferite ("perché Rachel è sempre qui? - È la mia fidanzata - La mamma è la tua fidanzata. Voglio che se ne vada"). Perché c'è un'altra donna in scena, Alice (Chiara Mastroianni) che è la madre di Leïla, cosa che Rachel non potrà mai essere ("posso prendermi cura di lei. Ma sarete sempre voi suo padre e sua madre"). Il tutto mentre il suo ginecologo (Frederik Wiseman) le fa pressione perché il tempo sta per scadere: "Se vuoi un bambino, ora è il momento. Devi pensare che i mesi sono come anni". E il tempo è anche la famiglia di Rachel: suo padre, sua sorella minore che rimane incinta, la madre morta tre decenni prima, le preghiere in famiglia sotto lo scialle nella sinagoga. Tutto un insieme di risonanze che interagiscono con emozioni profonde (e che spesso cerchiamo di contenere) che toccano l'essenziale.

Attraverso il suo ritratto di Rachel brillantemente diretto (con un'elegante discrezione impreziosita da effetti iride e dissolvenze) e ricco di una moltitudine di echi sapientemente orchestrati sotto la superficie di una storia apparentemente "banale" sulla vita, Rebecca Zlotowski firma un'opera di grande maturità che chiaramente rende anche un affettuoso omaggio non solo a tutte le donne senza figli, ma anche alla solidarietà femminile in generale ("smettiamola di chiedere scusa al posto degli uomini").

Prodotto da Les Films Velvet e coprodotto da France 3 Cinéma, I figli degli altri è venduto da Wild Bunch International.

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(Tradotto dal francese)


Photogallery 04/09/2022: Venezia 2022 - Les enfants des autres

14 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Michel Zlotowski, Virginie Efira, Roschdy Zem, Anne Berest, Rebecca Zlotowski
© 2022 Dario Caruso for Cineuropa - @studio.photo.dar, Dario Caruso

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