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VENEZIA 2022 Settimana Internazionale della Critica

Recensione: Bersaglio d'amore

di 

- VENEZIA 2022: In questo primo lungometraggio, basato su fatti reali, David Wagner esplora l'omosessualità segreta e il coming out di un sergente austriaco

Recensione: Bersaglio d'amore
Gerhard Liebmann in Bersaglio d'amore

"Sei già un caso per Eismayer", afferma con un ghigno sul volto il sergente addetto all'amministrazione a Mario Falak (Luka Dimić), dopo che egli ha fatto un'osservazione sprezzante mentre si registrava per il servizio militare in una caserma dell'esercito austriaco. Basato su una storia vera, il lungometraggio d'esordio del regista David Wagner, Eismayer [+leggi anche:
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intervista: David Wagner
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, presentato in anteprima mondiale alla Settimana Internazionale della Critica della 79ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, racconta la storia di Charles Eismayer (Gerhard Liebmann), il sergente istruttore più temuto di tutta l'Austria. Un leggendario demolitore di spiriti e plasmatore di soldati. Ma Eismayer ha un segreto e Mario è l'unico che lo aiuterà a svelarlo.

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Si scambiano storie dell'orrore mentre le truppe iniziano a prepararsi per i sei mesi di addestramento in una delle divisioni più elitarie e brutali dell'esercito austriaco, la Quarta Guardia. Ma quando le porte sono chiuse, la facciata spaventosa di Eismayer comincia a presentare delle crepe. Il suo superiore, il capitano Karnaval (Christopher Schärf), vede Eismayer come uno di una razza in via di estinzione, un dinosauro della brutalità che impedisce alle giovani reclute di arruolarsi. Tuttavia, alcune abitudini sembrano essere dure a morire. Il suo collega Striegl (Anton Noori) è l'incarnazione vivente dell'omofobia, del sessismo e del razzismo di cui l'istituzione è ancora infarcita. "I froci non possono entrare nell'esercito", esclama; "è come mettere i pedofili in un asilo".

Wagner non si esime dal mostrare queste tendenze all'interno dell'esercito, lasciando che i suoi personaggi si chiamino reciprocamente "frocio" o "Tschusch", un termine dispregiativo per le persone provenienti dall'ex Jugoslavia, ma si astiene dall'impartire una lezione troppo evidente o dal fare meta-commenti scontati. Alcuni spettatori potrebbero rimpiangere la mancanza di questo aspetto, ma dal punto di vista narrativo il film si mantiene all'interno dello scopo che si è prefissato: raccontare la storia di questi due uomini e il superamento delle difficoltà, oltre a focalizzarsi sull'importanza e il valore del cameratismo.

Inizia a formarsi un legame iniziale quando Mario sfida ripetutamente l'autorità di Eismayer, ma ne guadagna anche il rispetto perché vuole essere il migliore in ogni compito, dagli esercizi fisici all'assemblaggio delle armi. Liebmann eccelle in questi momenti, dando vita a un sergente istruttore molto crudo, spesso brutale, che tuttavia non perde mai veramente la sua umanità, mostrando attenzione per i suoi cadetti e per il loro benessere.

Dimić si diverte altrettanto con Mario, che viene dipinto come un turbine dinamico che non si sgretola mai veramente, ma che deve ancora imparare un po' di umiltà. È quasi un peccato che a Julia Koschitz, nei panni di Christina, moglie di Eismayer, venga dato così poco da fare. La disintegrazione della vita eterosessuale "di copertura" di Eismayer viene messa da parte un po' troppo velocemente e senza alcun attrito. I momenti più gratificanti di queste scene sono quelli in cui Eismayer confessa le sue preferenze sessuali e ha una dolce conversazione a cuore aperto con il figlio Dominik (Lion Tazber), che lo aiuta a intraprendere un percorso di auto-accettazione.

Wagner sa come abbinare questi momenti più emotivi con un po' di umorismo leggero e ci consegna un esordio impressionante, compatto e mirato, molto promettente per il futuro, anche se la scelta del lieto fine evoca troppi tropi della commedia romantica. Ma il messaggio traspare: l'amore è amore e, come osserva Mario, dopo tutto potrebbe esserci "spazio per due froci nell'esercito".

Eismayer è una produzione austriaca di Golden Girls Film, in cooperazione con ORF Film/Fernseh-Abkommen e ZDF, e in associazione con ARTE.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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