email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

VENEZIA 2022 Fuori concorso

Recensione: The Kiev Trial

di 

- VENEZIA 2022: Il regista Sergei Loznitsa presenta uno scorcio inquietante di un processo nazista del dopoguerra

Recensione: The Kiev Trial

Un anno dopo il suo toccante Babi Yar. Context [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Sergei Loznitsa
scheda film
]
, il documentarista ucraino Sergei Loznitzsa rivisita alcuni dei filmati ritrovati e li espande nell'altrettanto agghiacciante The Kiev Trial [+leggi anche:
trailer
intervista: Sergei Loznitsa
scheda film
]
. Il processo postbellico a 15 nazisti e ai loro collaboratori, conosciuto in patria come la "Norimberga ucraina”, si svolse nell'omonima città nel gennaio 1946. Presentato in anteprima alla 79a Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione Fuori Concorso, il film è un esame morale delle zone d'ombra legate alla necessità di punizione e all'"effetto spettacolo" dei processi di guerra.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Emergendo dall’abbacinante paesaggio innevato di Kiev in gennaio, le rovine bombardate puntate verso il cielo creano l'atmosfera dell'imminente processo. Il filmato, girato da un team di professionisti dello Studio Centrale di Documentazione di Mosca, sembra trasmettere l’idea che il popolo sovietico ha fatto del suo meglio per resistere, rafforzando al contempo la natura distruttiva dell'occupazione tedesca. Dopo tutto, i 15 uomini e i molti testimoni presentati durante il processo possono solo testimoniare i propri ricordi e forse il numero di vittime. Ma è con quest’ultime che il film costruisce il suo orribile slancio. Il tono quasi casuale e il numero crescente di vittime menzionate provocano una sensazione d’inquietudine.

Concentrandosi sui volti impassibili dei soldati tedeschi e sulle espressioni apparentemente tormentate dei testimoni, non si può negare che il filmato avesse uno scopo unificante, formando un'identità collettiva sovietica. Loznitsa, che ha assemblato e montato le tre ore di filmati in circa un'ora e mezza, costruisce queste storie di crimini di guerra iniziando con arresti piuttosto "semplici" e multe pecuniarie, per poi spingere sul crescendo emotivo fino a comprendere interi villaggi e gruppi etnici spazzati via, fino a un nuovo ricordo del massacro degli ebrei del 1941 nella gola di Babi Yar, vicino a Kiev, che causò almeno 33.000 vittime.

Loznitsa offre allo spettatore un orientamento narrativo inserendo dei cartelli che indicano il nome del colpevole o del testimone e il crimine commesso. L'abile restauro del filmato da parte di Jonas Zagorskas permette di ascoltare chiaramente il modo semplice con cui gli ufficiali tedeschi raccontano gli eventi. C'è una certa frustrazione quando questi uomini adottano l'approccio burocratico di minimizzare il loro ruolo in questi eventi, rispondendo, come molti altri dopo di loro nei processi successivi, "non lo so", "non ero lì" o "non ho dato io l'ordine".

I crimini si estendono anche al di là della persecuzione della popolazione ebraica, mostrando l'assassinio di massa del popolo ucraino e russo, tutto in nome della creazione del Lebensraum, o spazio vitale - o, come in un caso di donne e bambini che furono fucilati, perché "stavano semplicemente correndo per il villaggio". A chi è sopravvissuto non è stato lasciato nulla: la politica della terra bruciata richiedeva che tutto fosse raso al suolo.

Ma Loznitsa volge lo sguardo anche nell'altra direzione. Il suo documentario non si conclude con l'ovvia condanna a morte dei criminali nazisti, ma con la loro effettiva impiccagione in una piazza affollata di Kiev il 29 gennaio 1946. C'è un'atmosfera da luna park, con la folla che si raduna desiderosa di assistere ad uno show e che festeggia mentre i corpi senza vita continuano a penzolare. Loznitsa non chiede alcuna compassione. Piuttosto, mostra come la giustizia possa essere facilmente trasformata in una spettacolare vendetta - un dibattito che anche l'Ucraina di oggi dovrà prima o poi affrontare, date le circostanze geopolitiche.

The Kiev Trial è stato prodotto da Atoms & Void (Paesi Bassi) e dal Babyn Yar Holocaust Memorial Center (Ucraina).

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy