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VENEZIA 2022 Fuori concorso

Recensione: The Hanging Sun

di 

- VENEZIA 2022: Il debutto di Francesco Carrozzini riesce a conquistare con la giusta dose di tensione ed un buon cast, anche se diversi colpi di scena sono piuttosto prevedibili

Recensione: The Hanging Sun
Alessandro Borghi in The Hanging Sun

La Mostra di Venezia di quest’anno si chiude con l’intrigante thriller drammatico italo-britannico The Hanging Sun [+leggi anche:
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, debutto alla regia di cinematografica di Francesco Carrozzini, fotografo e autore di diversi videoclip musicali. Tratto dal romanzo Midnight Sun di Jo Nesbø e sceneggiato da Stefano Bises (Esterno notte [+leggi anche:
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, la serie Gomorra), il film ha come protagonista John (Alessandro Borghi), in fuga dopo aver tradito suo padre (Peter Mullan), un boss criminale, e braccato da suo fratello Michael (Frederick Schmidt). John si rifugia in un remoto villaggio norvegese, dove incontra Lea (Jessica Brown Findlay) ed il piccolo Caleb (Raphael Vicas). La donna e il bambino sono vittime continue dei maltrattamenti di Aaron (Sam Spruell), marito e genitore violento e psicotico, recentemente scomparso.

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John racconta di essere un cacciatore di passaggio e viene ospitato da Lea e Caleb in un piccolo capanno, entrando pian piano in sintonia con quest’ultimo ma mantenendo gli occhi ben aperti, sapendo di essere ancora ricercato dalla sua famiglia.

In generale, Carrozzini e Bises riescono ad offrire una storia con una buona dose di tensione, mantenendo viva la curiosità degli spettatori dall’inizio alla fine sul destino di Aaron, sul passato di John, sulle origini della sua famiglia nonché sulle stranezze e sulla bigotteria della comunità, capeggiata dal padre di Lea, un possessivo sacerdote interpretato da Charles Dance.

A poco a poco i tasselli si riuniscono, anche se spesso con svolte narrative prevedibili e secondo meccanismi narrativi ben oliati presenti in tantissime altre opere dei generi noir e thriller.

Tra l’altro, le chiusure degli archi narrativi di alcuni personaggi – ad eccezione dei protagonisti – appaiono affrettate e piuttosto forzate. Ciò avviene in particolare per quanto riguarda le ultime apparizioni del padre di Lea, di Michael e del fratello gemello di Aaron, Nicholas (sempre interpretato da Spruell), il quale sembra interessato a prendere il posto del fratello scomparso nella vita di Lea e Caleb. Tra i pregi della scrittura figurano anche un discreto grado di profondità nella caratterizzazione dei personaggi: per esempio, scopriamo che il modo piuttosto forbito e desueto di parlare di Caleb è una sorta di ‘terapia’ che adotta per evitare di balbettare.

Dal punto di vista estetico, la fotografia di Nicolai Brüel rispecchia fedelmente le atmosfere cupe e deprimenti della narrazione, favorita anche dalla nebbia, dalle nuvole e dai paesaggi aspri ed incontaminati dell’ambientazione nordica. Inoltre, la colonna sonora di Andrea Farri calza a pennello, poiché contribuisce efficacemente a creare suspense ed a sottolineare il vuoto interiore di tutti i personaggi, qui costantemente impegnati a sconfiggere i propri demoni oppure ormai totalmente sottomessi ad essi.

Nel complesso, Carrozzini riesce a trasporre sul grande schermo una storia di odio e relazioni familiari tossiche accattivante scegliendo un cast ben sortito e conferendo un ritmo molto serrato. Come Notte fantasma di Fulvio Risuleo, anche questo titolo potrebbe avere un buon riscontro in termini di botteghino in Italia ed in altri territori.

The Hanging Sun è una produzione Italia-Regno Unito curata da Sky Studios (UK), Groenlandia (Italia) e Cattleya (Italia). Vision Distribution si occupa della distribuzione italiana, mentre NBCUniversal Global Distribution gestisce la distribuzione internazionale del lungometraggio per conto di Sky Studios.

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