email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

TORONTO 2022 Contemporary World Cinema

Recensione: Le Lycéen

di 

- Christophe Honoré firma un'opera intensa e molto impressionante dal punto di vista formale incentrata su un adolescente in piena elaborazione del lutto

Recensione: Le Lycéen
Paul Kircher, Vincent Lacoste e Erwan Kepoa Falé in Le Lycéen

"La nostra vita di prima è finita. Se è così, voglio cambiare tutto". L'adolescenza, come tutti sanno, è un periodo particolarmente turbolento di definizione (a tentoni e spesso in conflitto) di sé, ma se ad esso si aggiunge un inaspettato periodo di lutto, questo stato di crisi può assumere una dimensione esistenziale ancora più acuta. Con Le Lycéen [+leggi anche:
trailer
intervista: Christophe Honoré
scheda film
]
(presentato nella sezione Contemporary World Cinema del Festival di Toronto e successivamente in concorso al Festival di San Sebastian), il regista francese Christophe Honoré (qui al suo 14° lungometraggio) opera una sorta di rivoluzione. Con una sensibilità molto sintonizzata sui dolori legati alle relazioni intime, il regista usa le sue abilità nella strutturazione della storia per creare un racconto la cui sofisticata frammentazione (sottili variazioni attorno a un filo conduttore saldamente tenuto) riflette perfettamente il vivido stato d'animo post-traumatico del suo protagonista principale. Mentre immerge lo spettatore in un'atmosfera avvolgente (un 35mm la cui patina evoca quella del Super 16) in perfetta sintonia con il suo soggetto, il regista francese dà il meglio di sé in un film molto personale, toccante e giusto, che rivela il giovane Paul Kircher.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

"Mi chiamo Lucas e la mia vita è diventata una bestia selvaggia a cui non posso più avvicinarmi senza che mi morda. Tutto nella mia testa sembra una minaccia". Per lo studente liceale di 17 anni, la morte del padre in un incidente stradale nel cuore delle valli della Savoia è uno shock pregno di significato poiché due settimane prima padre e figlio erano usciti in extremis sani e salvi da un incidente simile, subito dopo una preoccupante confessione del padre ("Avrei potuto fare una vita diversa, fare qualcosa di diverso da un odontotecnico"). Una confessione e un incidente premonitore ("Pensavo di morire quel giorno. Perché non sono morto quel giorno?") che destabilizzano ulteriormente Lucas, che mantiene l'evento segreto.

Ritratto molto commovente di un profondo disordine che ribolle dietro la maschera dell'intransigenza irrequieta tipica dell'adolescenza, Le Lycéen è un film brillantemente costruito (la sceneggiatura è scritta dal regista) che intreccia la voce fuori campo di Lucas, un'abile estensione della trama attraverso il suo viaggio a Parigi e l'introduzione di un quarto personaggio principale (Erwan Kepoa Falé), una ricreazione straordinariamente accurata del peso che il dolore può gravare su una famiglia, una radiografia del rapporto figlio-madre e tra due fratelli, l’intreccio di Eros e Thanatos, e altro ancora. Una grandissima ricchezza per un film più che riuscito, estremamente vivo sotto il suo involucro di cerimonia funebre.

Prodotto da Les Films Pelléas e coprodotto da France 2 Cinéma e Auvergne-Rhône-Alpes Cinéma, Le Lycéen è venduto da Pyramide International.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dal francese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy