Recensione: Amanda
- VENEZIA 2022: L’esordio di Carolina Cavalli su una eccentrica ragazza 25nne in cerca di amicizia si ispira alle commedie drammatiche indipendenti statunitensi sul coming-of-age

La solitudine è stata una delle materie su cui si sono esercitati i film della 79ma Mostra di Venezia. Abbiamo visto (Princess [+leggi anche:
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La protagonista che dà il titolo al film - interpretata da Benedetta Porcaroli forse nella sua migliore prova - è una giovane donna di 25 con un gran desiderio di essere amata, perché non lo è mai stata nella sua vita. La famiglia altoborghese di Amanda non ne conosce il significato. Sono zombie glaciali e pieni di superbia, asserragliati nel maniero di campagna o nella loro farmacia. Il padre è totalmente assente e la regista mette subito in chiaro che qui si tratta di relazioni conflittuali e tossiche tra donne che attraversano tre generazioni. Amanda vede nella nipotina ossessionata da Gesù e nella tata sudamericana le uniche degne di riguardo, mentre litiga ferocemente con la sorella (la socialite ed erede della casa di moda Margherita Maccapani Missoni, perfetta in questa parte) e battibecca con l’impassibile madre (Monica Nappo).
Da un breve flashback capiamo che Amanda ha passato molti anni a Parigi a guardare film in cineteca e non ha mai avuto un amico. Irriducibile ribelle e anticonformista in abiti a metà tra Heidi e una normale ragazza della GenZ, Amanda è imprigionata in una adolescenza che non ha mai vissuto e passa il tempo tra chatroulette sul suo computer portatile, rave party illegali e hotel di periferia nei quali si rifugia in fuga dalla famiglia. Immagina amori inesistenti con ragazzi conosciuti casualmente (Michele Bravi, cantante vincitore di X Factor) e crede alla fine di aver trovato l’amicizia nella coetanea e altrettanto problematica figlia di un’amica della madre, che Amanda aveva conosciuto da bambina. Nella villa-bunker di cemento e acciaio dove vivono, si consuma un’altra relazione letale tra la madre Viola inebetita dagli psicofarmaci (Vittoria Mezzogiorno) e la figlia hikikomori Rebecca (Galatea Bellugi). Attraverso una strampalata affinità elettiva, Amanda (nome di derivazione latina che significa “colei che deve essere amata”) riuscirà a tirar fuori la nuova amica dalla sua camera. Nessun uomo (o donna) è un’isola, come recita la poesia di John Donne.
Che voglia essere una critica ai processi di relazione in un mondo iperconnesso, o un’osservazione della complessità della sfera femminile nella famiglia del terzo millennio, il film abbassa continuamente l’asticella verso la dramedy eccentrica di tanti indie movie statunitensi sul coming-of-age, magari di provenienza Sundance. Senza chiamare in causa Wes Anderson, a cui pure la regista attinge per le sue inquadrature simmetriche e certe luci pastello (il direttore della fotografia è Lorenzo Levrini), rileviamo soprattutto l’ironia malinconia di Paolo Sorrentino, a cui Cavalli tributa un ringraziamento speciale alla fine del film.
Amanda è prodotto da Elsinore Film, Wildside e Tenderstories, in collaborazione con Charades e I Wonder Pictures, che lo porta nelle sale italiane il 13 ottobre.
Photogallery 05/09/2022: Venezia 2022 - Amanda
13 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.





© 2022 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it
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