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TORONTO 2022 Special Presentations

Recensione: Historias para no contar

di 

- Persino i cani offrono performance eccezionali in questa nuova, divertente e irregolare radiografia - multipla - della ridicolaggine umana, che Cesc Gay ancora una volta ci sbatte in faccia

Recensione: Historias para no contar
Maribel Verdú, Nora Navas e Alexandra Jiménez in Stories Not to Be Told

Il leggendario Cecil B. DeMille diceva che un film dovrebbe iniziare con un terremoto e continuare a crescere in emozioni e intensità fino alla fine. Cesc Gay applica lo stesso detto e nel suo nuovo film, Historias para no contar [+leggi anche:
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, una commedia urbana e corale composta da cinque parti indipendenti, inizia con quello forse più potente, che promette un'ora e mezza di arguzia e comicità, ma questo desiderio non viene pienamente soddisfatto perché dopo il terremoto iniziale di risate non c'è uno tsunami altrettanto intensamente divertente e originale.

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Presentato nella sezione Presentazioni Speciali del Toronto Film Festival, prima di essere proiettato al gala RTVE del 70° Festival Internazionale del Cinema di San Sebastian (dove era stato proiettato anche il suo precedente lungometraggio, Sentimental [+leggi anche:
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, nel 2020), Historias para no contar (titolo che sembra rendere omaggio alla serie televisiva Historias para no dormir del grande Chicho Ibáñez Serrador) offre agli spettatori uno dei cast più selezionati del cinema spagnolo, con nomi come Antonio de la Torre, Maribel Verdú e José Coronado, tra i tanti.

Coronado è protagonista dell'episodio più debole di un film che si gusta con la stessa leggerezza con cui si sfoglia una rivista di arredamento (le case, i caffè e i super mercati in cui si svolgono le scene potremmo definirli carini), mentre De la Torre - insieme a una meravigliosa María León e a un Álex Brendemühl che porteresti su un'isola deserta - e il duo Chino Darín - Anna Castillo strappano i sorrisi più grandi nei due segmenti che aprono il film, il primo dei quali è pura sitcom, con un sorprendente Javier Rey che sembra essersi nutrito della filmografia di Cary Grant.

Ma, a parte questa disomogeneità nel corso del film, Historias para no contar è un film con il sigillo di Cesc Gay, portato con super orgoglio: è basato su dialoghi frizzanti e riconoscibili, affonda ancora una volta il bisturi tra le pieghe della personalità umana e i suoi angoli nascosti, soprattutto quando si tratta di relazioni d'amore, amicizia e... rivalità professionale.

Le miserie che sono parte integrante di ogni essere umano sono ritratte dal regista insieme al suo abituale co-sceneggiatore Tomás Aragay negli sketch raggruppati in questo film: una struttura episodica già utilizzata da questo duo artistico in Una pistola en cada mano [+leggi anche:
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, dieci anni fa. Gelosia, menzogna, invidia, manipolazione, diffidenza, pregiudizio, vigliaccheria, violazione della privacy altrui, scherno e pettegolezzo sono solo alcune delle perle incastonate in questa galleria di piccoli peccati capitali pensati per farci ridere di noi stessi.

Historias para no contar è prodotto - come sempre nei film di Cesc Gay - da Marta Esteban per a Imposible Films e Nocontarfilm AIE, con la partecipazione di RTVEMovistar Plus+ e Televisió de Catalunya. Sarà distribuito nelle sale spagnole da Filmax il 25 novembre prossimo.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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