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TORONTO 2022 Platform

Recensione: Hawa

di 

- Dopo Donne ai primi passi, Maïmouna Doucouré si cimenta con successo nella favola moderna sulla scia di una giovane eroina molto determinata, che sogna di essere adottata da Michelle Obama

Recensione: Hawa
Sania Halifa in Hawa

"Non esiste una porta che non si apre”. Questo è il tipo di affermazione ottimistica che sembra audace sulla carta, ma che non è sempre facile da mettere in pratica nella realtà. Ma chi non risica non rosica, ed è in questa traiettoria di sogno irraggiungibile, persino ingenuo, e di volontà ferrea, ancorata a un'audacia del tutto fuori dal comune, che la cineasta francese Maïmouna Doucouré ha ancorato il suo secondo lungometraggio, Hawa, presentato nel concorso Platform del 47° Toronto Film Festival.

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Un film pieno di fascino, tenerezza e incredibili avventure per un'insolita studentessa (nera albina) che, sotto la spada di Damocle dell'affido, si mette in viaggio per essere adottata da Michelle Obama, che si trova a Parigi per qualche giorno. Una ricerca che a prima vista sembra illusoria e che fa ridere molto coloro ai quali rivela questo desiderio segreto. Ma Hawa (Sania Halifa), abituata fin da piccola a derisioni e ostacoli, ha un carattere forte e non sarà certo l'idea dell'impossibile a impedirle di crederci.

Con i suoi occhiali a fondo di bottiglia, il suo diafano taglio di capelli afro, la la volitiva e laconica Hawa è una giovane adolescente lunatica, ma nel suo quartiere parigino cosmopolita sa come orientarsi: il suo piccolo lavoro come cassiera nel negozio di alimentari di Ranvi, il suo vicino di casa e compagno di scuola, il timidissimo Erwan (Titouan Gerbier) e soprattutto sua nonna Maminata (Oumou Sangaré), una griotte ((in Africa, un membro della casta dei poeti-musicisti, custodi della tradizione orale, ndt)  che le trasmette l'arte del canto narrativo e le ha insegnato il bambara e che lei ama profondamente. Ma Maminata è gravemente malata e presto se ne andrà. Hawa deve trovare una casa, un futuro, e si oppone a tutte le proposte di adozione (da parte di cugini, perché dei genitori non c’è ombra).

Una copertina di Paris Match cattura l'attenzione di Hawa, che decide, contro ogni previsione, di mettersi sotto l’ala protettiva dell'ex First Lady degli Stati Uniti. Ma come avvicinarla e come parlarle? Armata solo del suo scooter e di un'incredibile faccia tosta, Hawa farà diversi tentativi incredibili e incontrerà alcune celebrità (la cantante Yseult, l'astronauta Thomas Pesquet) che la prenderanno in simpatia. Ma l'intoccabile Michelle Obama le sfugge sempre, così Hawa insiste ancora e ancora...

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intervista: Maïmouna Doucouré
scheda film
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, che l'ha portata subito a un certo livello di notorietà, Maïmouna Doucouré ha abilmente scelto un registro diverso e piuttosto inaspettato, quello della favola moderna (tuttavia sufficientemente realistica da conservare un'impronta di autenticità). Sulla scia della sua eccentrica eroina e al confine tra commedia e dramma, la regista infila i temi che le sono cari (la doppia cultura, l'energia della gioventù, la benevolenza, il fatto che "basta una stella per continuare a credere", ecc.) senza cadere nella caricatura. Ricco di sorprendenti disavventure (sceneggiatura scritta dalla regista con Alain-Michel Blanc e Zangro), il film si rivela molto divertente e commovente al tempo stesso, nella sua fede nei poteri di una innocenza determinata ("non bisogna lasciare che s’approfittino di te"). Una trasmissione di valori umanistici che riecheggia il destino di una cineasta che ha tracciato il suo percorso a cavallo di tutto ciò che sembrava impossibile a prima vista e che non ha certo finito di sorprenderci.

Hawa è prodotto da Bien ou Bien Productions per Amazon Prime Video.

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(Tradotto dal francese)

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