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TORONTO 2022 Contemporary World Cinema

Recensione: Mantícora

di 

- Carlos Vermut conduce ancora una volta lo spettatore in territori così turbolenti che, giorni dopo aver visto il suo quarto lungometraggio, i nostri neuroni continuano a esserne stimolati

Recensione: Mantícora
Nacho Sánchez e Zoe Stein in Mantícora

Se Carlos Vermut (senza dubbio il David Lynch madrileno) non esistesse, bisognerebbe inventarlo. Grazie al suo lavoro audiovisivo tutt'altro che accomodante, il cinema spagnolo raggiunge livelli di disturbo che pochi osano persino immaginare (vedi Magical Girl [+leggi anche:
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). Anche se quest'anno ci sono altri due film nazionali che navigano nelle acque torbide ​​dell'inquietante – il teso As bestas [+leggi anche:
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, che ha avuto la sua prima mondiale nella sezione Contemporary World Cinema del Festival di Toronto, li supera in termini di disagio, il che è tutto dire.

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Perché è da Al di là del cristallo, il brutale debutto di Agustí Villaronga, nel lontano 1986, che questo cronista non ricorda un film che abbia avuto il coraggio di affrontare un argomento quasi tabù nella cinematografia mondiale, e che non sveleremo qui. Basti pensare che il suo protagonista è un creatore di creature immaginarie per videogiochi che, nascondendo i suoi desideri più profondi e dopo aver salvato da un incendio un bambino vicino di casa, crede di aver trovato la fine dei suoi conflitti interiori in una persona che incontra a una festa.

Tutto quello che possiamo dire è che alcuni troveranno la storia amorale o scandalosa, ma che – sotto la sua superficie – risponde al bisogno di affetto che tutti noi abbiamo, anche il mostro più abominevole e abietto che si possa immaginare.

Lasciando allo spettatore lo spazio per riempire i silenzi e i misteri di alcune scene (ce n'è una particolarmente inquietante, che rimane impressa nella mente per giorni), lo spirito della Manticora (essere mitologico metà uomo, metà bestia) prende il sopravvento su questo film tra commedia romantica e thriller psicologico, che dopo il passaggio al festival canadese sarà proiettato a Sitges.

Il suo personaggio centrale, inoltre, ha la presenza morbida e gli occhi “alla Ana Torrent” dell'attore Nacho Sánchez (candidato al Goya per Diciassette [+leggi anche:
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), un ragazzo che ispira tenerezza e un abbraccio anche se sappiamo quali pulsioni oscure nasconde dietro il suo aspetto sensibile e vulnerabile. Ma non può fare a meno di essere così com'è. E cerca soluzioni per tutta la durata di Mantícora, che si chiude con un terzo atto tanto sorprendente quanto tremendamente coerente con i conflitti dei suoi personaggi. Siamo di fronte alla storia d'amore più brillantemente artificiosa e terribile del cinema di oggi?

Ovviamente né Sánchez né Zoe Stein sono George Clooney e Julia Roberts, anche se pagherei per vedere quelle due star coinvolte in un progetto di Carlos Vermut: sarebbe affascinante e terrificante quanto questo Mantícora, che occuperà il podio dei migliori della stagione cinematografica... anche se disturberà o infastidirà qualcuno.

Mantícora è una (coraggiosa) produzione di Aquí y Allí Films, BTeam Prods e Punto Nemo AIE della cui distribuzione di occupa Bteam Pictures. Il suo agente di vendite è Film Factory e uscirà in autunno nelle sale spagnole.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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