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SAN SEBASTIAN 2022 Concorso

Recensione: Girasoles silvestres

di 

- Jaime Rosales ritrae nel suo nuovo film – a volte intenso, a volte spensierato – l'evoluzione sentimentale di una giovane madre, interpretata da Anna Castillo

Recensione: Girasoles silvestres
Anna Castillo e Lluís Marqués in Girasoles silvestres

Quattro anni dopo quella tragedia dal profumo classico intitolata Petra [+leggi anche:
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(selezionata alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes), Jaime Rosales presenta il suo settimo lungometraggio, Girasoles silvestres [+leggi anche:
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, nella sezione ufficiale del 70° Festival di San Sebastian, un film che si discosta da quello stile soap opera per abbracciare la sobrietà e il riflesso della quotidianità, raccontando, sotto forma di trittico, il rapporto di una donna (interpretata da Anna Castillo) con tre uomini (interpretati da Oriol Pla, Quim Ávila e Lluís Marqués).

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Castillo – l'attrice del momento: oltre a questo film, partecipa anche all'ultimo di Cesc Gay, Historias para no contar [+leggi anche:
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, e alla serie Fácil di Anna R. Costa, entrambi ugualmente selezionati in questo festival basco – è Julia: una madre di due bambini che, nonostante sia stata avvertita, si innamora di un uomo che trasuda fascino e tossicità. Quando quella relazione va in pezzi, cercherà di recuperare quella che aveva con il padre dei suoi figli, per porre fine alla sua odissea amorosa tra le braccia di un uomo "più intelligente che bello".

Questi tre episodi servono a Rosales per disegnare l'evoluzione sentimentale della sua protagonista, dal lasciarsi trasportare dal divertimento giovanile e dalle esplosioni sessuali, al tentativo di ricostruire qualcosa di rotto e di prendere il controllo della sua vita quando questa le provoca gravi battute d'arresto. La coraggiosa Julia che Castillo disegna sulla base della sceneggiatura scritta dalla regista e da Bárbara Díez (già produttrice di precedenti lavori di Rosales come Petra e Hermosa juventud [+leggi anche:
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) non si accontenta di ciò che arriva, ma si spinge avanti, impara a distinguere ciò che non vuole e continua a cercare la felicità e l'equilibrio.

Ma questo film, che si apre e si chiude con brani del gruppo rock flamenco Triana ed è pervaso da una luce piacevole che ne maschera le zone oscure e torbide, non riesce a spiccare il volo narrativo dei precedenti lavori di Rosales. Il suo riflesso dettagliato del quotidiano, della routine, finisce per ostacolare con la sua reiterazione il ritmo di un racconto che, così calcolato e discreto, esige verve, energia ed emozione.

A suo favore, va sottolineata l'eleganza del regista per non aver mostrato esplicitamente la violenza domestica, ricordando i protocolli pensati per i casi di abuso e lasciando all'intelligenza dello spettatore la possibilità di completare le sue ellissi. Mostra anche diverse mascolinità – dalla più Cro-Magnon alla moderna, passando per l'immaturo e l'indeciso – e torna sui temi ricorrenti del suo autore: la solitudine (o l'urgenza di evitarla), le relazioni personali e le svolte brusche della vita, scossa dagli eventi.

Girasoles silvestres è una coproduzione delle compagnie spagnole Fresdeval Films, A Contracorriente Films e Oberón con la francese Luxbox. Delle sue vendite si occupa Film Factory Entertainment.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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