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SAN SEBASTIAN 2022 Concorso

Recensione: La maternal

di 

- Las niñas di Pilar Palomero sono cresciute e in questo connubio troppo lungo e non sempre riuscito di finzione e realtà affrontano il problema sociale delle gravidanze precoci

Recensione: La maternal
Carla Quílez e Ángela Cervantes in La maternal

Se esiste la temuta sindrome del secondo film, di certo ne soffre La maternal [+leggi anche:
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, il nuovo lavoro di Pilar Palomero dopo il pluripremiato Las niñas [+leggi anche:
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: alcune delle aspettative riposte in questo film rimangono deluse, soprattutto a causa di una durata eccessiva per una trama che richiederebbe qualche taglio al montaggio.

Questo lungometraggio, in corsa per la Conchiglia d'Oro nella sezione ufficiale del 70° Festival di San Sebastian, affronta, come indica il titolo – senza rischio di spoiler – il problema sociale delle gravidanze precoci. La protagonista stessa, 14 anni, è troppo immatura per affrontare tale responsabilità e il cambiamento di vita e di abitudini che essa comporta. Ma sarà accolta in un centro di accoglienza dove altre ragazze affrontano lo stesso problema.

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La maternal è quindi un film che ritrae una realtà terribile; per far ciò, Palomero ha consultato ragazze che hanno vissuto davvero quell'esperienza e le ha messe davanti alla sua macchina da presa, assegnando loro un ruolo secondario nella trama: ma è in quell'eccesso di fede nelle affermazioni veraci di tutte loro che la pellicola naufraga, incagliando il suo ritmo in un paio di scene in cui le ragazze parlano davanti all'obiettivo per raccontare le loro esperienze materne e sentimentali. Quei momenti documentaristici rallentano una finzione che invece raggiunge grandi picchi di emozione quando l'immagine viene utilizzata più del dialogo.

Per esempio, il momento in cui la protagonista, palesemente incinta, desidera – da ragazza che è ancora – godersi un parco divertimenti o lo sguardo di disapprovazione che le lancia una commessa quando scopre la sua pancia gonfia: qui l'abile regista dimostra il suo talento nel dare quelle pennellate fresche e sottili che hanno reso Las niñas un successo due anni fa.

Anche quel film si apriva e chiudeva con due scene modello, cariche di simbolismo e di significato: in La maternal, la prima sequenza mostra qualcosa che condiziona la fragile vita sessuale dei giovani di oggi (che educazione sessuale ricevono? e come?), e l'ultima riavvicina una madre e una figlia che erano state distanti per tutto il resto del film.

Al ritmo del reggaeton e delle canzoni di Estopa, La maternal rivela al cinema una piccola grande forza della natura (l'esordiente Carla Quílez), dalla personalità torrenziale e dal carattere forte ("Che tosta sei!", le dice un educatore che sembra aver letto nel pensiero dello spettatore), confrontata in varie scene con Ángela Cervantes, nel ruolo della madre (anche lei single): due esseri umani che possono essere così simili… da non riuscire a sopportarlo.

La maternal è una produzione di Inicia Films, Bteam Prods e Barrixica AIE. Delle sue vendite internazionali si occupa l’agenzia francese Elle Driver.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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