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SAN SEBASTIÁN 2022 New Directors

Recensione: Secaderos

di 

- Nella sua opera prima, Rocío Mesa costruisce una favola interessante ed emozionante sul senso di identità e la ricerca di libertà

Recensione: Secaderos
Vera Centenera Carnero in Secaderos

Anche nei piccoli paesi succedono cose. Negli ultimi anni, parte del cinema spagnolo è andato a girare in campagna. È come se ci fossimo resi conto improvvisamente che c'è vita oltre la grande città.

Molti dei film di questa nuova generazione di cineasti hanno tratti in comune: attori non professionisti o poco conosciuti, storie che si basano su esperienze personali e intime, la costruzione del proprio immaginario attraverso il costumbrismo, l'esame delle derive delle società contemporanee in relazione ai conflitti presenti in questi ambienti rurali, una narrazione basata sulla cura del dettaglio e sul simbolismo, dove l'azione non è la cosa più importante, lasciando tempo e spazio alla contemplazione e alla riflessione. Anche la regista granadina Rocío Mesa fa parte di questa generazione. Condivide in parte queste caratteristiche il suo primo lungometraggio, Secaderos [+leggi anche:
trailer
intervista: Rocío Mesa
scheda film
]
, presentato al 70° Festival di San Sebastian, nella sezione New Directors.

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Ambientato nei vecchi essiccatoi di tabacco della pianura di Granada, il film racconta le storie parallele di una ragazza di città che va a trascorrere l'estate nel paese dei nonni e quella di un'adolescente locale che si sente intrappolata. Da lì, la regista scava nei suoi ricordi per raccontare una storia in cui i generi si mescolano, diventando una sorta di favola senza tesi a priori. Il film parla liberamente delle fasi della vita e della scomparsa di un mondo, ma anche di tante altre cose. Uno dei suoi grandi pregi sta nella decisione di raccontare la storia dalle prospettive di entrambe le protagoniste: dall'innocenza e le fantasie della ragazza e dallo smarrimento e l’incertezza dell'adolescente. Attraverso questo e la credibilità dei personaggi e delle loro interpretazioni, la regista riesce a riflettere con sincerità e bellezza i sentimenti contrastanti di queste due fasi della vita.

Sebbene la proposta di Mesa non si riveli troppo originale: la costruzione di un universo immaginario attraverso l'idiosincrasia di un luogo, attraverso l'intersezione tra il soprannaturale e il reale, lo straordinario e l'ordinario, è già un marchio di fabbrica di questa generazione di cineasti “rurali”, ma non per questo smette di sollevare spunti interessanti. Come punto di partenza, l'intenzione di raccontare il rurale da un altro luogo (in questo caso, dalla commistione con il fantastico) è una scelta coraggiosa. Tuttavia, alla regista finisce per succedere ciò che succede ad altre sue colleghe: si perde nell'intenzione di essere “originale”. Il tono della storia si perde quando l'elemento soprannaturale non è ben integrato nella storia, come parte naturale di essa, ma semplicemente come una stranezza forzata.

Nonostante questo punto debole, Secaderos riesce a essere una lucida ricreazione della memoria sentimentale, con momenti che raggiungono una certa magia. Con questo, il film riesce a parlare in modo veritiero del senso di identità; attraverso le immagini e il loro potere simbolico, solleva interrogativi sul significato dell'essere e del vivere in un luogo, sulla ricerca della libertà e sulle possibilità di quella libertà, su come siamo arrivati ​​a diventare ciò che siamo e anche sul prezzo che paghiamo per questo.

Secaderos è una produzione delle compagnie spagnole La Claqueta PC, Un Capricho de Producciones, La Cruda Realidad e Secaderos La Película AIE con la statunitense Amplitud. Latido Films si occupa delle vendite internazionali.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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