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FILM / RECENSIONI Francia

Recensione: L’innocente

di 

- Louis Garrel costruisce un film divertente ed emozionante sull'amore come motore ed essenza della vita

Recensione: L’innocente
Louis Garrel e Noémie Merlant in L’Innocente

Non tutti i film da regista di Louis Garrel (Due amici [+leggi anche:
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) sono perfetti, e va bene così. Raggiungono qualcosa che non è sempre così facile: sono divertenti, sono film godibili e interessanti allo stesso tempo. Si avvicinano a un certo tipo di cinema popolare per parlare di questioni umane, che in un modo o nell'altro ci toccano tutti, per intrattenerci e allo stesso tempo porci domande, farci andare oltre ciò che vediamo. Attraverso la storia che raccontano, parlano di relazioni sentimentali, amore, mancanza di amore, amicizia, perdita, ideali, dolore, il passare del tempo. E non perdono mai di vista la storia, la storia è il centro, non procedono per generalità che lasciano il tempo che trovano. La storia è ciò che mantiene la nostra attenzione, ed è da lì che le idee fluiscono in modo sottile.

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Questo è ciò che il cineasta francese ottiene anche nel suo ultimo film, L’innocente [+leggi anche:
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, presentato fuori concorso all'ultimo Festival di Cannes e dal 12 ottobre nelle sale francesi con Ad Vitam, dopo essere stato proiettato in festival come San Sebastian e Zurigo. Come accade anche in altri suoi lavori precedenti, l'inizio del film è geniale, esilarante, potente. Quando Abel (interpretato dallo stesso Garrel) viene a sapere durante un viaggio in macchina con sua madre che quest’ultima (Anouk Grinberg) sta per sposare un uomo in prigione (Roschdy Zem), va nel panico. Paranoico perso, con l'aiuto della sua amica Clémence (Noémie Merlant), Abel farà tutto il possibile per cercare di proteggere sua madre. Tuttavia, l'incontro con il suo nuovo patrigno cambierà il corso degli eventi.

Attraverso questa storia di personaggi che per diversi motivi cercano di ricostruire le loro vite, Garrel costruisce una storia che, soprattutto, è una storia d'amore a più livelli, sulla ricerca dell'amore e sul prezzo di quell'amore. Fino a che punto siamo in grado di spingerci per amore? È la domanda che sembra attraversare il film. Con leggerezza e insieme una certa profondità, pone questo tema come motore della vita, motivo di felicità e anche di sofferenza, per il quale vale la pena rischiare tutto e vivere. Con ciò riesce anche ad affrontare la complessità di questioni come l'impossibilità di dimenticare chi si amava un tempo, il senso della verità e il suo rovescio (il titolo del film non è casuale), l'inganno e la sua eventuale convenienza, la condizione casuale della vita, la sua inclinazione all'imprevisto, la finzione come specchio di ciò che siamo veramente, l'arte come forma di rappresentazione di noi stessi. Il pregio del film sta anche nel modo di raccontare la storia, in come riesce a suscitare e mantenere il nostro interesse. Senza perdere il tono e il ritmo dell'inizio, Garrel mischia audacemente commedia, dramma, romanticismo e thriller per portarci al finale. Anche la costruzione dei personaggi è intelligente, sono credibili, i loro conflitti sono vicini e la coppia Merlant-Garel è magnifica, a tratti commovente.

L'innocente è un film che, tutto sommato, riesce ad arrivare dove si era prefissato. Finisce per essere un film divertente e allo stesso tempo emozionante, narrato con semplicità e grazia. Non c'è pretenziosità in esso, è un film onesto. Lontano da un certo cinema presunto "intellettuale" che nessuno capisce davvero, senza dimenticare la storia, con sensibilità e umorismo, riesce a indagare questioni nella cui verità possono riconoscersi tutti.

L'innocente è una produzione di Les Films des Tournelles, Arte France Cinéma e Auvergne-Rhône-Alpes Cinéma.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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