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SITGES 2022

Recensione: Unicorn Wars

di 

- Alberto Vázquez crea una favola originale ed emozionante sulla condizione umana e sull'origine del male

Recensione: Unicorn Wars

Paco Plaza ha affermato che "il terrore è uno dei modi più poetici per raccontare ciò che ci accade come società". Questo è ciò che Alberto Vázquez riesce a fare attraverso l'animazione e il fantastico nel suo ultimo film, Unicorn Wars [+leggi anche:
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, presentato nella sezione ufficiale del Festival di Annecy e alla 55ma edizione del Festival di Sitges.

Il film d'animazione di Vázquez racconta la storia di due fratelli orsi, Azulín e Gordi, che vengono reclutati e addestrati dall'esercito di orsi per combattere nella guerra che intraprendono contro gli unicorni, per i quali nutrono un odio ancestrale. Ma, in più, i due fratelli conducono una lotta interna, essendosi affrontati per tutta la vita per amore della madre. Da questa trama di guerra su due livelli, il regista costruisce un'intera favola sull'origine del male, il (non)senso della guerra e anche il prezzo di quella guerra.

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Unicorn Wars nasce dal corto Sangre de unicornio (dello stesso Vázquez), ma con il lungometraggio il regista ha voluto fare un passo avanti dal punto di vista narrativo e visivo, realizzando una proposta più audace e ambiziosa in entrambi i sensi. La sua grande virtù deriva dall'immaginazione e dalla sensibilità con cui Vázquez costruisce il suo film e, con esso, un universo unico. Si tratta di una proposta estetica straordinaria, con immagini di grande potenza visiva. Il regista usa intelligentemente colore, suono e personaggi (unicorni e orsi) per creare, attraverso il suo potere di suggestione e il suo senso simbolico e metaforico, un mondo immaginario inimitabile. Ma questa particolarità si trova anche altrove. A differenza di quello che potrebbe sembrare a prima vista, è una narrazione complessa, a più livelli. È interessante come il regista approfondisca il tema dell'origine del male attraverso il racconto della storia intima della famiglia protagonista (i fratelli orsi). Attraverso ciò, riesce a raggiungere ed esplorare le questioni che ne stanno alla base, non solo in senso collettivo (in termini di élite di potere), ma anche in una dimensione intima. Il peso dell'ambizione, della religione e del fanatismo, le relazioni storte, il dolore della perdita, ciò che la sofferenza ci fa, il bisogno di amare e di essere amati, il legame tra la vita e la morte. Tutto questo riesce ad entrare in modo suggestivo e originale in Unicorn Wars.

Un'altra delle grandi qualità del film deriva dalla sua libertà, dal suo modo libero di accostarsi alla sostanza e alla forma. Nonostante il suo proposito antibellico, non vuole trasmettere un messaggio. Il regista fa un esercizio per andare oltre quel discorso un po' ingenuo (anche se, in questo senso, non pretende di essere nient'altro) e solleva interrogativi e conflitti. Così, attraverso la fantasia, la miscela di azione e riflessione, il film riesce ad avere la sua personalità, la sua magia, ed essere anche divertente e accattivante nonostante la sua crudezza.

Unicorn Wars corre il rischio dei cortometraggi che poi diventano lungometraggi: perdere forza con la durata. Tuttavia (e anche se potrebbe essere tagliato della sua parte centrale), Alberto Vázquez riesce a vincere la sua scommessa con un film tanto unico quanto lucido nel suo approccio. Un film che finisce per essere un'entusiasmante allegoria sulla condizione umana, raccontata al tempo stesso con tenerezza e brutalità.

Unicorn Wars è una coproduzione tra Spagna e Francia delle compagnie Abano Producións, Autour de Minuit, Schmuby Productions e Uniko, e che Barton Films distribuirà in Spagna il prossimo 21 ottobre.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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