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ROMA 2022

Recensione serie: Django

di 

- Francesca Comencini dirige i primi episodi della nuova serie che rivisita liberamente, in chiave contemporanea e femminile, il film del 1966 di Sergio Corbucci

Recensione serie: Django
Matthias Schoenaerts in Django

Una rivisitazione in chiave contemporanea, femminile, psicologica del genere western, che dà spazio a una nuova tipologia di eroi e antieroi, scava nella loro sfera affettiva e, attraverso il sogno utopico di una città che accoglie tutti, parla anche del presente. È sbarcata alla 17ma Festa del Cinema di Roma, in prima mondiale nella sezione Freestyle, Django - la serie [+leggi anche:
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, firmata da Francesca Comencini. Alle redini delle prime quattro puntate e direttrice artistica dell’intero progetto, la regista romana (Lo spazio bianco [+leggi anche:
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, Amori che non sanno stare al mondo [+leggi anche:
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intervista: Francesca Comencini
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, le serie Gomorra e Luna nera [+leggi anche:
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) mette a segno un bel colpo con questa ambiziosa produzione in lingua inglese targata Sky e Canal+, con un cast internazionale d’eccezione, liberamente ispirata al film del 1966 di Sergio Corbucci. Le prime due puntate mostrate a Roma appassionano e incuriosiscono, e per vedere le restanti otto, alla cui regia si avvicenderanno anche Enrico Maria Artiale (Il terzo tempo [+leggi anche:
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, la serie Romulus) e il britannico David Evans (Downton Abbey), bisognerà aspettare il 2023.

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Intanto, il pubblico romano ha potuto avere un primo assaggio del nuovo Django, che qui ha il volto dell’ottimo Matthias Schoenaerts, pistolero dallo sguardo malinconico e padre tormentato dai sensi di colpa, che va alla ricerca della verità sul massacro della sua famiglia in una cittadina fondata sul fondo di un cratere, New Babylon, in Texas. Sono passati sette anni dalla fine della guerra civile americana, e lì vi abita una piccola comunità di bianchi e neri, dove le armi non sono ammesse e dove tutti sono uguali e liberi. Il fondatore di New Babylon, John Ellis (il britannico Nicholas Pinnock), sta per sposare la giovane orfana Sarah (l’attrice tedesca di origine italiana Lisa Vicari), quando l’arrivo di un misterioso cowboy di nome Django rimette tutto in discussione e stravolge gli equilibri della città.

Dopo un’adrenalinica scena di lotta in cui il nuovo arrivato dà mostra della sua forza, ma anche del suo buon cuore, gli occhi di Sarah incontrano quelli di Django: è suo padre, che non vede da quando era bambina; unica superstite del massacro della loro famiglia, Sarah ritiene suo padre responsabile per ciò che è successo e non lo perdona. Django non si arrende e farà di tutto per riconquistare l’amore di sua figlia, un amore profondo e tenero che ci viene raccontato tramite luminosi flashback di una vita familiare passata e felice. Offre quindi il suo prezioso aiuto a Ellis per difendere New Babylon da Elizabeth Thurman (la brava Noomi Rapace, che a Roma ha ricevuto il Premio Progressive alla Carriera dalle mani della presidente di giuria, la regista Marjane Satrapi). L’ultracattolica Elizabeth è la potente governatrice della vicina Elmdale e vorrebbe annientare quella comunità di peccatori, anche privandola di qualsiasi aiuto. Ma New Babylon scopre di avere una nuova freccia al suo arco, a garanzia della sua sopravvivenza: il petrolio.

Un protagonista maschile in crisi con la sua sfera intima, un’antagonista femminile che si rivela la più feroce guardiana di un ordine patriarcale. Nel Django di Comencini i ruoli si sovvertono in modo sorprendente, sullo sfondo di una società in cui la diversità è vista da una parte come un’opportunità per il futuro, e dall’altra come una minaccia: niente di più attuale. Il tutto in una veste visuale accattivante e con un ritmo sfrenato, dove non mancano sparatorie, impiccagioni, duelli di sguardi e paesaggi selvaggi. Un buon inizio per un nuovo sguardo sul West.

Django - la serie è una coproduzione italo-francese di Sky e Canal+; sarà diffusa nel 2023 in esclusiva su Sky e in streaming su Now in tutti i paesi in cui Sky è presente, e su Canal+ in Francia, Svizzera, Benelux e Africa. La distribuzione internazionale è a cura di Studiocanal.

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