email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

LONDRA 2022

Recensione: The Origin

di 

- Con il suo primo lungometraggio sugli albori dell'umanità Andrew Cumming fa cinema di genere impregnato di una cupa visione della natura dell'uomo

Recensione: The Origin
Chuku Modu in The Origin

Un gruppo di persone vestite di pellicce e pelle di montone si è radunato di notte intorno a un fuoco; sono silenziosi, alcuni persi nei loro pensieri, altri invece riposano. Un bambino chiede che gli venga raccontata una storia, la loro storia, appunto. Sin dalla prima sequenza del suo primo lungometraggio, The Origin, presentato in anteprima al BFI London Film Festival, Andrew Cumming rivela la semplicità della vita di questi esseri umani del Paleolitico, ma anche il loro emergente senso di sé come sopravvissuti e avventurieri. La loro capacità di stare semplicemente in silenzio in gruppo ed essere confortati dalle fiamme sembra ben lontana dalla nostra moderna e bassa soglia di attenzione. Eppure, il loro affidarsi alla narrazione di storie per capire chi sono è sicuramente condivisibile.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Il gruppo è guidato dal patriarca Adem (Chuku Modu), che promette di portare in salvo la sua famiglia dopo aver raggiunto con successo un territorio nuovo e sconosciuto. Nonostante i timori del più anziano del gruppo, Oldo (Arno Luening), che parla di mostri nascosti nell'ombra, Adem è convinto che la sua forza e determinazione li proteggerà: sembra incarnare la razionalità e la caparbietà umana, eppure la sua compagna incinta Ave (Iola Evans), così come il suo giovane figlio, sono motivazioni concrete per la sua fede infondata. Quando il mondo intero è sconosciuto e potenzialmente pericoloso, cos'altro si può fare se non immergervisi a capofitto e sperare di trovare un rifugio?

Ben presto, però, l'oscurità si rivela davvero pericolosa. Il figlio di Adem e Ave scompare, forse catturato da uno strano animale. Deciso a salvare la sua stirpe, ma anche a dimostrare la sua superiorità sugli elementi, Adem si muove alla cieca nella notte e inizia così quello che sembra un classico, persino un cliché: un film horror sui mostri. Spaventi a raffica, forme oscure che si muovono rapidamente nei boschi e strilli da Alien diventano subito ripetitivi, poiché quasi tutti i membri del gruppo vivono esperienze simili andando alla ricerca dei loro compagni e affrontando questa bestia invisibile. Tuttavia, al di là di questa familiarità, la scelta di adattare la storia degli albori dell’umanità al genere dei mostri sembra un passo falso: fino a quando non si verifica un colpo di scena a due terzi del film, lo spettatore (o almeno chi scrive) ha l'impressione che Cumming non si sia fidato di quanto fosse interessante la vita nell'Età della Pietra e abbia sentito il bisogno di alzare la posta in gioco aggiungendovi un aspetto horror. In modo del tutto inusuale e paradossale, la rivelazione conferisce maggiore legittimità a ciò che l’ha preceduta.

I sopravvissuti del gruppo devono costantemente compiere scelte difficili per sopravvivere e Cumming sembra sostenere che il senso di responsabilità personale e il desiderio di comunità sono attributi umani naturali emersi dalle ardue circostanze in cui si sono evoluti i nostri antenati. Il quadro è però un po' più complesso, poiché alcune decisioni non lasciano nessuno veramente soddisfatto. In The Origin, i primi esseri umani si dimostrano capaci di ostilità, vergogna e rimpianto, e i nomi di Adem e Ave non si riferiscono in maniera tanto velata a un peccato originale che si è tramandato di generazione in generazione e che Cumming ritiene, comprensibilmente, inconciliabile. Forse la vera bestia siamo sempre stati noi.

The Origin è prodotto dalle britanniche Escape Plan Productions e Selkie Productions.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Rachele Manna)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy