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SITGES 2022

Recensione: Emily

di 

- L'attrice Frances O'Connor alla sua prima appassionata ma imperfetta regia con questa cronaca romanzata della vita dell'autrice di Cime tempestose

Recensione: Emily
Emma Mackey in Emily

L'unico romanzo di Emily Brontë, Cime tempestose, ha ispirato innumerevoli adattamenti cinematografici, in particolare da parte di grandi registi europei che girano nella loro lingua, come Luis Buñuel e Jacques Rivette, per non parlare della versione quasi punk del 2011 di Andrea Arnold, Wuthering Heights [+leggi anche:
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. Le vere e proprie drammatizzazioni delle mitiche vite isolate dei Brontë sono state più rare: agli inizi della sua carriera, Andre Téchiné ha realizzato il biografico Les Sœurs Brontë, mantenendo l'ambientazione di uno Yorkshire spazzato dal vento. Piuttosto che rifarsi alla struttura preconfezionata di una grande storia, questi registi sembrano spinti a metterla in scena dal loro punto di vista, come se questo potesse in qualche modo avvicinarsi alla soluzione del doloroso senso di mistero e di fascinazione che ossessiona quasi tutti i lettori di questa storia.

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, il suo debutto alla regia dopo decenni di solida attività di attrice, Frances O'Connor è stata spinta da una motivazione simile nell'affrontare questo dramma biografico sulla vita della sorella maggiore dei Brontë. Piuttosto che l'ennesima rivisitazione con le cuffiette e il fango dei momenti chiave della trama di Cime tempestose o l'attenersi rigidamente alla cronologia e alle date storiche, la O'Connor affronta il suo film alla maniera di quella che, nel mondo dell'editoria, viene chiamata "biografia critica", con l'obiettivo di fare osservazioni persuasive a partire dai fatti noti, in modo da capire meglio come Cime tempestose sia venuto al mondo. Il film è stato presentato in anteprima come film d'apertura della sezione Platform di Toronto e attualmente sta toccando una serie impressionante di festival europei autunnali, il più recente dei quali è stato il Sitges. E ora è anche in distribuzione nel Regno Unito.

I film che ritraggono il processo di scrittura sono notoriamente difficili da realizzare, ma O'Connor evita anche un'alternativa banale a cui molti registi soccombono, secondo cui alcuni eventi della vita corrispondono perfettamente alle loro controparti nel testo del romanzo. Emily Jane (Emma Mackey) è la secondogenita di un'indisciplinata nidiata che vive in una canonica di Haworth, con il fratelli maggiori, il byroniano Branwell (Fionn Whitehead) e la studiosa Charlotte (Alexandra Dowling), e la minore e senza pretese Anne (Amelia Gething). I progressi di Emily, le relazioni familiari e gli intrecci romantici con il nuovo curato stallone Weightman (Oliver Jackson-Cohen) sono resi dalla O'Connor come la turbolenta materia della vita che spesso può essere elaborata solo scrivendone, per ottenere una tregua terapeutica o catartica. Il tormentato Branwell, dipendente dall'oppio, è una figura particolarmente ben realizzata, che mette in forte risalto le lotte antisociali di Emily e crea uno spirito affine che alimenta la sua visione Romantica (con la R maiuscola) del mondo. Branwell ha tatuato "Freedom in Thought" (Libertà di pensiero) in lettere nere e scarabocchiate sulla parte inferiore del braccio e i due urlano queste parole attraverso la brughiera in una sequenza che evita la deprimente sincerità di questi sfoghi da parte di spiriti altrettanto giovani e liberi in altri film.

A volte Emily soffre di un certo grado di esagerazione e avrebbe potuto beneficiare di una mano più sicura nella struttura e al montaggio. Sebbene non enfatizzi eccessivamente le connessioni tra la vita dell'autrice e la sua opera, alla relazione inventata di Emily con Weightman, accidentalmente fedele al suo nome, viene dato un peso sproporzionato nella narrazione, e si può iniziare a percepire l'indecisione di O'Connor a quale personaggio ascrivere le caratteristiche di Heathcliff (ci riferiamo al tragico antieroe del romanzo), mentre la sceneggiatura fatica a inquadrare completamente il suo cruciale terzo atto. Tuttavia O'Connor crea un risultato sostanzioso che suscita passione e troverà un posto meritevole nello studio secolare delle Brontë.

Emily è una coproduzione Regno Unito-Australia di Tempo Productions Limited e Arenamedia. Le vendite internazionali sono curate da Embankment Films.

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(Tradotto dall'inglese)

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