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ROMA 2022

Recensione: Astolfo

di 

- Il film di Gianni Di Gregorio è una commedia brillante, caratterizzata da uno sguardo tenero e disincantato sugli amori, sugli acciacchi e sulle infinite seccature della terza età

Recensione: Astolfo
Stefania Sandrelli e Gianni Di Gregorio in Astolfo

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, il personaggio del “Professore” interpretato da Gianni Di Gregorio torna in Astolfo [+leggi anche:
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, quinto lungometraggio dell’attore-regista romano presentato all’interno della sezione Grand Public della Festa del Cinema di Roma. Ormai settantenne, l’uomo si ritrova da un giorno all’altro a dover lasciare la casa che ha affittato per una vita e cercare una nuova sistemazione. Resosi conto di non potersi permettere l’affitto di una nuova dimora nella capitale, contatta la sua ex moglie (Agnese Nano) e le chiede di specificare quale parte della vecchia casa di Artena è rimasta di sua proprietà.

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Il suo ritorno in paese non è ben visto e, appena arrivato, Astolfo scopre che il figlio di un suo conoscente (Alberto Testone) la occupa illegalmente da “sei, sette, otto anni” e che il parroco locale continua a conquistare abusivamente spazi della proprietà, ormai umida e fatiscente. Astolfo sembra prendere a cuore il destino dell’inquilino abusivo e gradualmente si forma una stranissima compagnia di amici formata dai due, un giovane spiantato, un anziano cuoco dal passato misterioso e il vecchio cugino Carlo, tombeur des femmmes ciarliero e desideroso di “sistemare” Astolfo con una nuova fiamma, interpretata da Stefania Sandrelli.

Fortunatamente, la Sandrelli qui funziona piuttosto bene nel ruolo di una nonna dedita ai suoi nipotini (spesso con la testa fra le nuvole) e che cerca di costruirsi una nuova giovinezza e dei nuovi legami. Astolfo è un personaggio complesso e ben caratterizzato: membro di una famiglia nobile decaduta ma dal passato glorioso e consapevole delle proprie miserie quotidiane, è un uomo colto, ingenuo, ironico e a tratti malinconico.

Nel complesso, Gianni Di Gregorio sforna una commedia brillante e non priva di scene esilaranti, tra le quali figurano i diversi scontri con l’irritante parroco e l’arrogante sindaco (Simone Colombari) nonché le disavventure di Astolfo e della sua strana compagnia di amici. Non mancano tocchi di umorismo surreale tra fornelli che emanano fiamme alte due metri, aneddoti su orsi in fuga ed appuntamenti romantici imbarazzanti.

Non mancano nemmeno i momenti di grande tenerezza e candore. In Astolfo Di Gregorio dimostra come la terza età non sia poi così dissimile dall’infanzia. Con i due protagonisti, si torna un po’ bambini ed un rapido sguardo, un silenzio imbarazzato o un sorriso a trentadue denti inaspettato diventano attimi di gioia condivisa e creano facilmente empatia tra pubblico e personaggi.

Insomma, siamo di fronte a niente di particolarmente nuovo ma è tutto realizzato con misura, coinvolge e diverte. Il finale risulta un po’ affrettato e non chiude tutti gli archi narrativi con dovizia. È comunque un difetto relativamente trascurabile, considerando la leggerezza complessiva dell’operazione.

Astolfo è una produzione italo-francese firmata BiBi Film, Le Pacte e Rai Cinema. Lucky Red si occupa della distribuzione italiana, mentre la francese Le Pacte delle vendite estere. Il film arriverà nelle sale italiane a partire dal 20 ottobre.

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