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ROMA 2022

Recensione: La stranezza

di 

- Nel fantasioso film di Roberto Andò, Luigi Pirandello trova ispirazione per la sua opera più rivoluzionaria dall’incontro con due becchini con il pallino per il teatro

Recensione: La stranezza
Toni Servillo (al centro) e Salvatore Ficarra (a sinistra) in La stranezza

Nel 1921 Luigi Pirandello portò in scena a Roma, al Teatro Valle, la sua opera più rivoluzionaria, Sei personaggi in cerca d’autore, talmente rivoluzionaria che al termine dello spettacolo si scatenò una vera e propria bagarre in cui il pubblico, al grido di “vergogna!”, “manicomio!”, “impostore!”, mostrò di non aver gradito l’audace esperimento. Ma l’idea di quell’opera che rompeva la quarta parete e stravolgeva tutte le regole della messa in scena, com’era nata dalla mente del grande drammaturgo siciliano, che 13 anni più tardi sarebbe stato insignito del Premio Nobel per la letteratura? A immaginarlo è Roberto Andò nel suo nuovo film, La stranezza [+leggi anche:
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, che il pubblico della 17ma Festa del Cinema di Roma ha potuto vedere in anteprima nell’ambito della sezione Grand Public.

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Il film parte da uno spunto reale: il viaggio di Pirandello (cui presta il volto Toni Servillo) nella sua Sicilia, dopo parecchi anni di assenza, in occasione degli 80 anni dello scrittore Giovanni Verga (è il 1920), alle cui celebrazioni l’autore di Il fu Mattia Pascal fu chiamato a tenere un discorso. Da lì, Andò e i suoi co-sceneggiatori Massimo Gaudioso e Ugo Chiti immaginano il verificarsi di un disguido che costringe Pirandello a intrattenersi nella sua Girgenti (l’attuale Agrigento) qualche giorno in più del previsto, a seguito della morte della sua amata balia (Aurora Quattrocchi). Di fatto, è in ambito funerario che l’autore siciliano fa la conoscenza di Sebastiano e Onofrio (la coppia comica Salvo Ficarra e Valentino Picone), i due becchini del paese che di giorno aiutano lo scrittore ad assicurare alla donna morta una degna sepoltura e la sera si dilettano con il teatro, dirigendo una compagnia amatoriale che raggruppa vari compaesani di discutibile talento.

Pirandello, che si trova in una fase di crisi creativa ed è a caccia di ispirazione per il suo prossimo dramma, scruta, osserva, rielabora, scende dal suo piedistallo e si lascia travolgere (e divertire) da questo gruppo di teatranti sgangherati. Ed è proprio durante la prima della loro farsa, studiando le vivaci interazioni tra gli attori e gli spettatori, che avrà l’intuizione per la sua nuova pièce, la quale segnerà il superamento di tutta la sua opera precedente, oltre che uno spartiacque tra il teatro moderno e quello contemporaneo.

La singolarità della visione di Andò sta nel togliere alla figura di Pirandello quella, seppur meritata, monumentalità, e nel privare il suo atto creativo di ogni pesantezza intellettualistica per renderlo vitale e pulsante, pur mantenendo chiare le inquietudini interiori del protagonista. Inoltre La stranezza è “un film sul teatro che racconta anche il pubblico”, come specifica lo stesso regista: da una parte, il pubblico che partecipa divertito alle rappresentazioni farsesche, e dall’altra, il pubblico che protesta dinanzi a un nuovo modo di fare teatro che non ha ancora gli strumenti per capire.

Realtà e finzione, dramma e commedia, si fondono con naturalezza in questo film fantasioso e gradevole che schiera camei illustri (tra cui Renato Carpentieri nei panni di Giovanni Verga e Luigi Lo Cascio in quelli del capocomico di Sei personaggi) e che vince la scommessa, quella più evidente a partire dal poster stesso del film, di riunire un attore impegnato come Toni Servillo con il popolare duo comico Ficarra e Picone. Una “stranezza” che coglie nel segno.

La stranezza è una produzione Bibi Film e Tramp Limited che vede per la prima volta associate Medusa Film e Rai Cinema, e in collaborazione con Prime Video. Il film esce in 450 sale italiane il 27 ottobre con Medusa. True Colours si occupa delle vendite internazionali.

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