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SOLETTA 2023

Recensione: Until Branches Bend

di 

- Il primo lungometraggio di Sophie Jarvis è un dramma avvincente e delicato sulla ribellione della natura contro l’arroganza di un’umanità che si crede invincibile

Recensione: Until Branches Bend
Grace Glowicki e Alexandra Roberts in Until Branches Bend

Dopo Toronto, Vancouver e Tallin, il primo avvincente lungometraggio di Sophie Jarvis Until Branches Bend [+leggi anche:
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scheda film
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è proiettato alle Giornate di Soletta dove concorre per il Prix de Soleure. Al contempo poetico e violento, Until Branches Bend immerge il pubblico in un universo inaspettato, sensuale e misterioso nel quale la natura mostra pian piano il suo volto mistificatore. In apparenza bucolici e rigogliosi, avviluppati in una cappa di calore dall’anima lisergica, i paesaggi dell’Okanagan (Columbia Britannica), filmati con maestria dalla regista in un maestoso 16mm, nascondono in realtà tra le loro viscere una violenza che non tarderà a manifestarsi.

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Lontano anni luce da una visione ingenua della natura, Sophie Jarvis ci mostra quanto questa, se provocata, possa in realtà rivelarsi violenta e devastatrice. Decisa a ribellarsi contro un’umanità narcisista ed egoista che impone con forza il proprio dominio, la natura filmata da Jarvis prepara lentamente ma inesorabilmente la propria vendetta. Ad incarnare questo spirito rivoluzionario e indomito ci pensano le due protagoniste del film Robin e sua sorella Laney, sorta di Thelma e Louise canadesi che decidono di lasciarsi tutto alle spalle per partire all’avventura, verso un futuro incerto che attira più che spaventa.

Ambientato nell’apparentemente tranquilla regione dell’Okanagan, il film di esordio di Sophie Jarvis mette in scena un’operaia conserviera, Robin (interpretata con grande maestria da Grace Glowicki, Rising Star del TIFF 2016), che si occupa di controllare la qualità delle pesche, coltivazione privilegiata della regione. Il suo universo è sconvolto quando scopre la presenza di un insetto invasivo proprio all’interno di una di queste pesche, un insetto che potrebbe minacciare il sostentamento dell’intera città. Decisa a fare luce sulla faccenda, Robin avverte il suo capo (Lochlyn Munro) che fingendo indifferenza afferma che la scoperta non lo spaventa più di tanto. Inquieta a causa di un fenomeno che interpreta come segnale di un pericolo imminente, Robin decide di indagare da sola. Questo innesca una reazione a catena che mette a rischio non solo la stabilità di un’intera comunità ma anche la sua posizione sociale all’interno della comunità stessa.

Nel frattempo la protagonista scopre di essere incinta, una gravidanza indesiderata che non intende portare a termine. Indipendente ed enigmatica, Robin difende con determinazione la sua decisione di allertare la popolazione sulla potenziale minaccia di un insetto che considera altamente pericoloso. Questo la allontana dai suoi colleghi ma anche da sua sorella minore Laney (strabiliante Alexandra Roberts) che sogna una vita diversa, avventurosa e libera.

Until Branches Bend si presenta in apparenza come un dramma trattenuto, quasi glaciale malgrado la calura estiva dell’Okanagan. Al suo interno ribolle e si dibatte però un thriller psicologico sovrannaturale che ricorda la crudele bellezza di Fenomena di Dario Argento (memorabile la scena nella quale Robin spalanca le braccia in una sorta di reminiscenza francescana mentre gli insetti impregnano l’atmosfera) o l’orrore interiore di David Cronenberg (Robin sembra partorire una pesca o forse si tratta solo di un aborto spontaneo vissuto con catartica liberazione).

Jarvis mette in scena una sua personale interpretazione di una crisi esistenziale che si mescola con una rivolta ecologica al contempo violenta e catartica. Until Branches Bend parla di ciò che si nasconde nel profondo di ognuno di noi, della sete di libertà di un personaggio femminile che si disfa degli stereotipi di genere, di una “natura” che gli è stata imposta dalla società. Quello che Robin vuole è ritrovare sé stessa, il legame intimo che intrattiene con la propria animalità ma anche con la sorella, compagna di vita ma anche e soprattutto compagna di lotta.

Until Branches Bend è prodotto dalle canadesi Experimental Forest Film, Ceroma Films e Reign Films e dalle svizzere Cinédokké e RSI Radiotelevisione svizzera. L’italiana TVCO si occupa delle vendite all’internazionale.

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