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SUNDANCE 2023 Concorso World Cinema Dramatic

Recensione: Scrapper

di 

- Il dramma di Charlotte Regan è dolce, accattivante e così prevedibile che penserai di averlo già visto

Recensione: Scrapper
Lola Campbell in Scrapper

Il tempismo, per quanto ingiusto, è tutto nel cinema: dopo lo strazio assoluto vissuto con Aftersun [+leggi anche:
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di Charlotte Wells, sembra un po' troppo presto per un'altra storia su un padre assente e sua figlia, per quanto adorabile possa essere. Scrapper [+leggi anche:
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- diretto da Charlotte Regan e selezionato in concorso al Festival di Sundance, dove ha appena vinto il World Cinema Grand Jury Prize (leggi la news) - è adorabile, con i suoi colori vivaci e una minuscola protagonista che fa pensare a Tatum O'Neal in Paper Moon o alla Rey di Star Wars. È piena di risorse e non si lascia prendere in giro, soprattutto da chi le fa credere che vive "con suo zio, Winston Churchill". È sola, dopo la morte della madre, e cerca di pagare l'affitto rubando biciclette. Ha solo 12 anni.

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Quella che poteva essere una storia piuttosto cupa, un'altra tortura, è in realtà sorprendentemente leggera. Non è una vita facile per i bambini, ma è quello che sono: bambini. Mangiano dolci e danno nomi ai ragni di casa (battezzandoli Napoleone e Alessandro Magno, per esempio), e solo a volte escono di nascosto per piangere. A Georgie (Lola Campbell) manca molto la mamma, ma non ha bisogno di condividere questa informazione con il suo amico (Alin Uzun). Invece cerca di resistere, giorno dopo giorno, fino a quando un altro bambino compare all'improvviso: suo padre Jason (Harris Dickinson di Triangle of Sadness [+leggi anche:
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intervista: Ruben Östlund
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).

Sembra proprio che non ci sia differenza di età tra i due: bisticciano, fanno giochi stupidi e si guardano con sospetto. Ma c'è una decisione seria che aleggia su tutto questo, una decisione che Jason potrebbe non essere pronto a prendere. Dopo tutto, non era pronto neanche prima. E come può sostituire una donna che fa letteralmente sembrare che il cielo sia sempre azzurro, anche dentro casa?

D'altra parte, non si tratta di sostituire qualcosa o qualcuno. Si tratta di aprirsi, di ammettere che si può essere forti e che si ha bisogno delle persone. Si tratta di osservazioni familiari, e Regan percorre nel suo film un territorio già battuto, non c'è niente da fare, nonostante le buone interpretazioni e l'umore ottimistico. Con Scrapper, che dura solo 84 minuti, tutte quei passaggi riconoscibili non diventano però troppo stancanti, per fortuna, e si prova ancora un certo piacere. Dai bambini che si chiedono se il loro visitatore a sorpresa sia un vampiro o forse un gangster (sicuramente un gangster), ai vicini infastiditi ("Pensa di essere in 8 Mile!") che si lamentano dei capelli stranamente decolorati di Jason. E quel nuovo duo infernale, buoni l'uno con l'altro ma orribili con tutti gli altri.

Scrapper è prodotto da Theo Barrowclough e DMC Film Ltd (Regno Unito), con BFI e BBC Film. Le vendite internazionali sono di Charades.

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(Tradotto dall'inglese)

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