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SALONICCO DOCUMENTARI 2023

Recensione: The Last Seagull

di 

- Nel suo settimo lungometraggio documentario, il bulgaro Tonislav Hristov ritrae una "specie in via di estinzione" e rivela dettagli curiosi su un fenomeno molto locale

Recensione: The Last Seagull

Derivato dal contesto di The Good Postman [+leggi anche:
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, che si svolgeva in un villaggio bulgaro gravemente spopolato, e spiritualmente legato al protagonista sfollato di The Good Driver [+leggi anche:
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, il personaggio principale di The Last Seagull [+leggi anche:
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intervista: Tonislav Hristov
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completa il ritratto di gruppo di uomini dipinto nei film di Tonislav Hristov. Sono tutti ad un punto di svolta nella loro vita e sono costretti a prendere decisioni cruciali. Il film è stato appena presentato in anteprima nel concorso internazionale del Festival del Cinema Documentario di Salonicco, quasi in parallelo con The Good Driver, che ha celebrato anch'esso la sua anteprima mondiale a Salonicco lo scorso Novembre e che presto si scontrerà con altri titoli nel concorso principale del Festival di Sofia.

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The Last Seagull inizia con spezzoni d'archivio girati di nascosto e tratti dal breve documentario Seagulls (1977) di Hristo Kovachev, che vede dei casanova sulla costa bulgara del Mar Nero mentre abbordano con galanteria eccessiva le turiste (soprattutto e preferibilmente occidentali). All'epoca, la natura chiusa del Paese, intrappolato nella morsa del regime comunista, sembrava eterna, e il film va quindi immediatamente al punto: flirtare con donne straniere non era semplicemente un'attività divertente, ma apriva anche le porte a mondi che all'epoca erano a malapena accessibili.

Nel presente, il film dà la caccia a uno di quei sognatori cosmopoliti che hanno girato il mondo con le loro conquiste romantiche e che sono riusciti a pagare le bollette grazie al loro fascino, quantomeno su base stagionale. Nelle prossime scene conosceremo Ivan, un ex bagnino che compare anche in The Good Postman e che, nel tentativo di mettere ordine nella sua vita e di sistemarsi con una donna benestante, è ancora alle prese con i suoi vecchi trucchi, negli anni del crepuscolo del suo fascino maschile.

Dalle testimonianze riportate davanti alla telecamera, ma anche dalle conversazioni e dalle telefonate dei suoi amici, veniamo a conoscenza delle sue numerose relazioni e dei suoi tentativi fallimentari di vivere all'estero con diverse donne, ma anche del suo nuovo nipote in Ucraina, da parte di un figlio che ha interrotto ogni contatto con lui. Intrappolato tra la povertà, l'avanzare degli anni e la sua naturale spensieratezza, Ivan deve assumersi la responsabilità della propria vita, chiarendo i principali errori del passato e del presente, affinché le sue prospettive future non rimangano irrimediabilmente confuse.

Con sequenze soleggiate utilizzate al meglio per rappresentare giorni esistenzialmente nuvolosi, e con un ritmo moderato e un montaggio sapiente che si aggiunge all'intrigante storia personale di questo compagno maschile, The Last Seagull è facile e divertente da seguire. Anzi, è così piacevolmente divertente che le domande serie che ci si può porre sorgono solo dopo la visione. Ad esempio, qual è il futuro del luogo di nascita deserto e remoto di Ivan, in un paese che è a sua volta situato alla periferia di un continente e, come tale, è sempre stato dipendente da forze esterne per determinare il suo destino? Le lezioni apprese dal passato sono in grado di evitare la catastrofe che incombe? Qual è il confine tra l'estetica del documentario creativo e quella del reality TV in un film che segue così da vicino il suo protagonista reale durante i suoi alti e bassi emotivi?

Il film non fornisce risposte, ma solo spunti di riflessione.

The Last Seagull è una coproduzione tra la finlandese Making Movies e la bulgara Soul Food.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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