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MONS 2023

Recensione: Solo per me

di 

- Lucie Borleteau osa con una fiaba pop, una commedia romantica gioiosa e semplice che sdrammatizza il mondo dello strip-tease, qui ritratto in maniera sia docile che sulfurea

Recensione: Solo per me
Zita Hanrot in Solo per me

Per la giovane dottoranda Manon, lo spogliarello, lungi dall'essere (solo) un ricorso forzato a un'attività sordida per soddisfare i propri bisogni, è anche un mezzo per esplorare il proprio rapporto con il desiderio. Mentre pensa, addentrandosi nella tana della sensualità, di interrogarsi sul desiderio che può suscitare, incontrerà un altro desiderio, quello che la travolge. Lei che pensava di incontrare donne tossiche in realtà incontra fate e muse, amiche e amanti. Il film si apre con un'affascinante ballerina che ci invita, di fronte alla telecamera, a entrare nel suo piccolo teatro erotico, non alla ricerca dell'amore, "qui non lo troverai" (mente), ma per confrontarci con i nostri desideri più nascosti. Questo indirizzo, le luci, la cura degli outfit e delle coreografie ci conducono in una sorta di metaverso, dove comandano le spogliarelliste che hanno scelto il loro destino, e che mettono al lavoro il loro corpo e il loro cuore per risvegliare il desiderio. Una truppa di donne generose, portatrici di piacere e gioia, che si sono create uno spazio di libertà, dove gioiscono i corpi nudi e le fantasie.

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Non ci sono falsi pudori qui, i corpi sono mostrati mentre provano o simulano il piacere, insieme all'amore lesbico e all'eccitazione degli uomini. La storia centrale attorno alla quale si dipana Solo per me [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, terzo lungometraggio di Lucie Borleteau, in anteprima mondiale al 38° Love International Film Festival Mons, è quella di un'attrazione irresistibile, quella del colpo di fulmine tra Manon e Mia, un'aspirante attrice che pratica la sua arte davanti al pubblico. Le legano sia un'amicizia profonda che un amore incontrollabile. Ma se Manon ha tutto da guadagnare da questi piccoli giochi d'amore e d'azzardo, Mia ha molto da perdere.

Il teatrino di corpi e seduzione della prima parte cede gradualmente il passo ad altre domande, quando la mercificazione del desiderio esce dalle sue mura. Il film non nasconde i rischi insiti n questa professione, la tentazione non tanto "dei soldi facili, ma dei soldi veloci", il passaggio dalle performance erotiche alla prostituzione, le situazioni di tensione, le aggressioni fisiche e gli stupri. Tuttavia, le eroine di questa fiaba moderna si fanno carico del loro desiderio, rivendicano il loro diritto alla libertà dei corpi e dei sessi. "Uscite di casa ragazze, i vostri limiti li decidete voi".

E poi c'è l'amore, che "cresce come un'erbaccia nei posti più impensati". Se nell'ultima parte del film la storia arranca un po', e la risoluzione tarda ad arrivare, la gioia si riprende tutto il suo spazio, per un finale pieno di allegria, piacere e sorellanza. Perché se A mon seul désir è incentrato sull'esplorazione della vita erotica di Manon, e il suo incontro con Mia, in un tono che sceglie di non scegliere tra commedia romantica e dramma, rimangono a fine proiezione le audaci interpretazioni di Louise Chevillotte e Zita Hanrot, così come le scene allegre e sensuali della sorellanza che lega le ragazze.

Solo per me è prodotto da Apsara Films. La distribuzione in Francia (il 5 aprile prossimo) e le vendite internazionali sono guidate da Pyramide.

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(Tradotto dal francese)

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