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FIFDH GINEVRA 2023

Recensione: Holding Up The Sky

di 

- Il regista belga Pieter Van Eecke ci trasporta nel cuore della foresta Amazonica dove le popolazioni autoctone devono fare i conti con la crudeltà e l’incoscienza umana

Recensione: Holding Up The Sky
Davi Kopenawa in Holding Up The Sky

La foresta tropicale, dimora degli Yanomami e scrigno magico dal quale traggono un sapere ancestrale, soffre. A maltrattarla, ad inquinarne le acque e la terra, a prosciugarne le risorse è l’avidità dei “bianchi” (come definiti dagli Yanomami stessi) disposti a tutto pur di impossessarsi delle sue risorse naturali, del suo oro in primis. A soffrire con lei sono le popolazioni che da tempi immemorabili la abitano, se ne prendono cura, la rispettano e temono rendendosi conto di quanto la vita dell’uomo sulla terra sia precaria. È di loro, del loro mondo, delle loro credenze che il documentario di Pieter Van Eecke Holding Up The Sky [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
parla attraverso Davi Kopenawa, sciamano e capo degli Yanomami da decenni portavoce di tutto un popolo.

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Ciò che Holding Up The Sky, presentato in prima mondiale al FIFDH di Ginevra nella Competizione Focus, mette in evidenza è il paradosso che abita la foresta Amazonica allo stesso tempo polmone del mondo, d’una bellezza mozzafiato, e campo da gioco di dirigenti viziati e avidi che ne sfruttano le immense risorse. Se per questi ultimi conta solo la produzione, il consumo e il denaro, per i popoli autoctoni è fondamentale mantenere un equilibrio fra la natura e i suoi abitanti. Due mentalità difficili da conciliare che devono convivere in un territorio che si trasforma in vero e proprio campo di battaglia.

Come spiegato da Davi Kopenawa, secondo la tradizione Yanomami se gli sciamani smettono di ballare e la vita nella foresta tropicale perde il suo equilibrio, il cielo crollerà schiacciando tutto. Un monito che sembra non impaurire minimamente il presidente Bolsonaro che intende permettere alle industrie, in particolare a quella mineraria di istallarsi allegramente nella foresta Amazonica. La deforestazione che promuovono, l’inquinamento delle acque e del suolo e le conseguenti malattie che ne derivano, ancora sconosciute ai popoli autoctoni, così come il riscaldamento climatico che provocano, non turbano minimamente la loro accecante ricerca del benessere. È contro questa cecità che Davi si batte incessantemente partecipando a colloqui in posti lontani, sottostando a regole per lui sprovviste di qualsiasi logica. Molto significative in questo senso sono le immagini in cui lo sciamano è costretto a posare per foto ufficiali dal sapore voyeuristico o a sottostare a tempi di parola cronometrati al secondo.

In un andirivieni ben calibrato fra immagini paradisiache di una foresta amazzonica ancora rigogliosa dove vivono gli Yanomami, riprese panoramiche che mettono in avanti i danni causati dalla deforestazione promossa da Bolsonaro e meeting internazionali clinicamente organizzati, Holding Up The Sky fa dialogare realtà e mentalità molto diverse. L’interesse per il discorso di Davi che la comunità internazionale manifesta basterà a salvare un mondo focalizzato esclusivamente sul consumo? La voce della foresta che gli Yanomami difendono sarà infine ascoltata e capita? Queste sono le domande che il film solleva lasciando spazio alla cosmogonia Yanomami che osserva senza paternalismo.

Holding Up The Sky è prodotto dalla belga Clin d’oeil Films insieme all’olandese Een van de Jongens, le belghe VRT – Vlaamse Radio Televisie e RTBF Radio Télévision Belge Francophone e le brasiliane Rio Taruma Films e Hutukara Associação Yanomami.

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