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DIAGONALE 2023

Recensione: Smother

di 

- Achmed Abdel-Salam gioca abilmente con i tropi del cinema di genere nel suo solido debutto su una donna alcolizzata in via di guarigione

Recensione: Smother
Cornelia Ivancan e Lola Herbst in Smother

Dalla metà degli anni 2010, c'è una tendenza degna di nota nel cinema austriaco. I cosiddetti "film di genere elevato", che uniscono argomenti di genere (di solito horror) e trame ricche di snodi narrativi con un approccio artistico, stanno diventando sempre più presenti nel contesto del cinema nazionale. L'edizione di quest'anno del Diagonale annoverava tre film che potevano essere classificati come tali nel programma del concorso lungometraggi. Mentre Family Dinner [+leggi anche:
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di Peter Hengl e Razzennest di Johannes Grenzfurthner (entrambi del 2022) sono già stati mostrati in alcuni festival, il primo lungometraggio di Achmed Abdel-Salam, Smother, ha iniziato la sua corsa festivaliera con una prima al Festival del cinema austriaco.

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Michaela (Cornelia Ivancan, vista in Woman in Gold [+leggi anche:
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di Simon Curtis) è un'alcolizzata in via di guarigione che, dopo aver causato un incidente d'auto, ha perso la fiducia del suo partner Alex (Lukas Turtur) e della loro figlia Hanna (l'esordiente Lola Herbst). Quando il padre di Michaela muore, eredita la sua casa in campagna (quella della sua infanzia) ai margini di una foresta. Il progetto di pulirla e riordinarla per la vendita dovrebbe essere un’occasione per Michaela e Hanna di ricucire la loro relazione, ma una serie di strani piccoli incidenti, il sonnambulismo di Hanna, le visioni e gli incubi di Michaela, così come i pettegolezzi nel villaggio, lentamente rivelano la storia familiare irrisolta che la nostra protagonista ha avuto con sua madre (Franziska Rieck), che si è suicidata dopo aver tentato di fare del male a sua figlia. Riuscirà Michaela a rimanere sobria? E, cosa più importante, il male che percorre la sua famiglia è ereditario?

Abdel-Salam ha iniziato la sua carriera come attore in pubblicità e cortometraggi, dopodiché ha studiato drammaturgia e sceneggiatura, passando infine al cinema. Nel suo primo lungometraggio, mostra una notevole conoscenza di una serie di aspetti del processo di realizzazione di un film. Smother è scritto e diretto con cura, e il suo regista mostra un chiaro talento per il genere. Abdel-Salam dimostra un'abilità eccezionale nel trattare i cliché del cinema di genere, dalla casa fatiscente, forse infestata, passando per i rapporti problematici all'interno della famiglia che abbracciano almeno tre generazioni, fino all’inserimento ed esecuzione di momenti di spavento e un'infusione di elementi in stile horror giapponese dei primi anni 2000, con diversi bei cenni alla trilogia di The Ring.

Presente in quasi tutte le scene, Cornelia Ivancan è del tutto convincente nei panni della tormentata e potenzialmente squilibrata Michaela, incanalando il tumulto interiore che sta per esplodere in lei, ma l'alchimia che condivide con l'attrice bambina Lola Herbst, che interpreta la figlia un po' viziata, è la parte più avvincente della sua performance. Anche gli attori secondari, che incarnano personaggi che più o meno forniscono un contesto al dolore di Michaela, sono praticamente perfetti sotto la guida di Abdel-Salam.

A livello tecnico, alcuni aspetti funzionano meglio di altri. La colonna sonora inquietante di Daniel Helmer a base di percussioni aumenta la tensione di questo film a combustione lenta, mentre il montaggio misurato di Matthias Writze stabilisce e mantiene il ritmo. Da un’altra parte, la macchina da presa di Alexander Dirninger, con colori molto naturali, appare un po' blanda per gran parte del film, ma questo schema tende a rompersi in alcune delle scene ambientate nel regno dei sogni, degli incubi e dei ricordi, il che ha senso, ma è anche un po' troppo ovvio. Tutto sommato, però, Smother è un esordio sicuro e un contributo significativo al cinema di genere austriaco.

Smother è una produzione austriaca guidata da Glitter and Doom e Prisma Film. Picture Tree International guida le vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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