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BIF&ST 2023

Recensione: Mia

di 

- Ivano De Matteo sferra un pugno nello stomaco con il suo nuovo dramma, presentato al 14° Bif&st, su un’adolescente vittima di manipolazione e il tentativo dei suoi genitori di salvarla

Recensione: Mia
Greta Gasbarri in Mia

Un padre, una madre e una figlia adolescente, le risate in cucina, le porte che sbattono, i balletti su TikTok, i rientri a casa oltre l’orario consentito. Qualche rimbrotto, ma neanche tanto, perché Mia è una ragazza dolce e brava, che semplicemente fa le cose della sua età: si mette il rossetto, esce con le amiche, gioca a pallavolo, è una quindicenne felice. È nella quotidianità di una famiglia solida e accogliente che ci fa entrare Ivano De Matteo con il suo ultimo film, Mia [+leggi anche:
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, visto in prima mondiale al 14° Bari International Film&Tv Festival. Il regista di Gli equilibristi [+leggi anche:
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intervista: Ivano De Matteo
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qui ci introduce i suoi personaggi principali con affetto e sincerità – potrebbero essere i vostri amici o i vostri vicini di casa - per poi pian piano materializzare la paura di ogni genitore: che qualcosa o qualcuno arrivi all’improvviso a spegnere il sorriso dei propri figli.

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In Mia, quel qualcuno è un ragazzo di qualche anno più grande, seduttivo e un po’ tenebroso, che conquista il cuore della giovane protagonista (l’esordiente Greta Gasbarri) al primo sguardo. I due cominciano a frequentarsi, e non passa molto tempo prima che Marco (Riccardo Mandolini, visto nella serie tv Baby) cominci a manifestare una certa morbosità: telefona a Mia cinquanta volte al giorno, le dice come vestirsi, inizia a isolarla dalle sue amicizie, la segue ovunque. Il padre della ragazza, Sergio (Edoardo Leo) inizia a notare che qualcosa non va, ma la madre (Milena Mancini) minimizza: “è solo innamorata”. Intanto però Mia si chiude sempre più in se stessa, i suoi begli occhi azzurri non brillano più. Purtroppo, quando la misura sarà colma (la ragazza sparisce per una notte intera) e i genitori decideranno di intervenire, allontanando Mia da questa relazione tossica, sarà già troppo tardi. Perché Marco ha girato dei video intimi ed è pronto, per vendetta, a farli vedere a tutti.

Revenge porn, violenza psicologica, sopraffazione sono i temi del film, ma anche le storture della giustizia e l’impotenza di un genitore davanti all’arroganza di un ventenne manipolatore (“lei è mia, non è più tua”) che è apparentemente irreprensibile (proviene da una buona famiglia, non si droga, non alza mai le mani), ma che invece sta trascinando una ragazzina perbene in un incubo. De Matteo dichiara di aver scritto questo film (insieme alla sua compagna e fedele collaboratrice Valentina Ferlan, con cui ha due figli dell’età esatta dei due protagonisti) “da genitore”, per accendere un faro su ciò che può accadere oggi ai nostri adolescenti. Un film pieno d’amore (tra marito e moglie, tra genitori e figlia, tra migliori amiche) che si trasforma in un grido d’allarme sui pericoli dell’incomunicabilità, sulle nuove trappole della tecnologia e su certi segnali che non vanno sottovalutati.

Il regista ha girato in pellicola, usando la macchina a mano e stando attaccato ai corpi e ai volti dei suoi protagonisti, per carpirne le emozioni. Forse asciugare qualche parte ed evitare ripetizioni o indugi nel pathos avrebbe giovato, ma – come ammette lo stesso De Matteo – anche nel montaggio ha voluto seguire il ritmo dei personaggi, senza accelerazioni improvvise. Edoardo Leo, secondo il quale interpretare questo ruolo è stato “umanamente devastante”, consegna una delle sue performance più complete, mostrando nei 108 minuti di durata del film sia il suo registro più leggero e ironico, sia la sua capacità di commuovere.

Mia è una produzione Lotus Production, società del Leone Film Group, con Rai Cinema, ed esce nelle sale italiane il 6 aprile con 01 Distribution.

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