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FILM / RECENSIONI Italia / Stati Uniti

Recensione: Elvira Notari. Oltre il silenzio

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- Il documentario di Valerio Ciriaci squarcia il silenzio attorno alla prima regista donna della storia del cinema italiano e ne esplora gli echi nel presente

Recensione: Elvira Notari. Oltre il silenzio

La prima regista donna della storia del cinema italiano si chiama Elvira Notari. Girò circa 60 lungometraggi, più un centinaio di corti. Della sua opera rimangono solo tre film lunghi, due brevi documentari e alcuni frammenti: 163 minuti in tutto. Il perché questa cineasta a tutto tondo – oltre che regista, anche sceneggiatrice e produttrice di film considerati precorritori del Neorealismo – sia caduta nell’oblio è ciò che esplora Elvira Notari. Oltre il silenzio di Valerio Ciriaci, un documentario avvincente (dal 13 ottobre nelle sale italiane con Luce Cinecittà, dopo l'anteprima all'82ma Mostra di Venezia, nella sezione Venezia Classici - Documentari sul Cinema) che mescolando interviste a storici, esperti di cinema, parenti lontani con preziosi materiali d’archivio e spezzoni di film, ricostruisce per gradi, anche con un po’ di suspense, la parabola di questa donna della cui vita si sa molto poco, ma che negli ultimi anni ha ispirato nuovi progetti di artisti, scrittori, musicisti e fotografi, che ne hanno raccolto l’eredità contribuendo a farla riemergere dal misterioso buco nero in cui era finita.

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Elvira Notari non ha lasciato nulla di scritto, nessuna traccia dei suoi pensieri, e le fotografie che la ritraggono sono soltanto due: una con il marito Nicola, con cui fondò la casa di produzione Dora Film (attiva anche negli Stati Uniti), e una in vecchiaia: morì a 71 anni, da sola, lontana dalla famiglia, dopo essersi ritirata dalle scene 16 anni prima. La sua storia comincia ai primi del Novecento e si intreccia con il cinema muto napoletano, “un cinema minore” all’interno di un cinema già di per sé considerato minore, quello muto in Italia, eppure incredibilmente prolifico, ben prima del più celebrato Neorealismo. Una cinematografia riscoperta a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, grazie al lavoro degli studiosi, e di cui Notari è protagonista. I suoi film raccontano di amori difficili (vedi ‘A Santanotte, 1922), di donne che lasciano i loro fidanzati, sognano la libertà e, inevitabilmente, finiscono male, cioè ammazzate. Sono film che attingono nel folklore di Napoli, ritraggono scene di vita quotidiana, sono drammi popolari, passionali, in cui “gli attori mostrano i visceri” e in cui le donne sono forti e autonome. Sono anche straordinari documenti storici, e gli emigranti italiani in America affollavano le sale dove venivano proiettate le pellicole di Dora Film – anzi, ne commissionavano anche di nuove – perché li riconnettevano con le proprie radici.

La censura fascista, l’avvento del sonoro, un ruolo di madre che comincia a starle stretto sono le probabili cause dell’eclissamento improvviso di Elvira Notari, che nel 1930 decide di andar via da Napoli e scomparire. Il regime di Mussolini non tollerava la rappresentazione della realtà e delle classi emarginate, con il loro corollario di miseria, illegalità e violenza, che il cinema di Notari conteneva, così come non tollerava l’uso del dialetto. Cominciò quindi a negare l’approvazione ai film che offendessero la dignità di Napoli e “privi di senso artistico” (il che fa sorridere, perché tutt’altro che vero nel caso di Notari). Il film di Ciriaci (tra i suoi lavori, If Only I Were That Warrior, Globo d'Oro 2016 per il miglior documentario) squarcia il silenzio attorno a questa pioniera del cinema e, attraverso la passione di chi si è messo sulle sue tracce, tesse un filo tra passato e presente, tra le sperimentazioni del cinema ai suoi albori e la creazione di nuove forme espressive, oggi.  

Elvira Notari. Oltre il silenzio è una produzione della società napoletana Parallelo 41 produzioni, di Awen Films (Stati Uniti) e di Luce Cinecittà. Il film sarà in tour nelle sale italiane con proiezioni alla presenza del regista e del cast (per info sulle date e i cinema clicca qui). First Hand Films si occupa delle vendite internazionali.

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