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Cannes 2002 - Palmarès

di 

- Polanski e i polacchi, un trio di «politici» e molte dichiarazioni d´amore

«È stato un grande onore per me rappresentare la Polonia». Roman Polanski ha appena ricevuto la Palma d´oro per The Pianist e interpreta fino in fondo la parte del figliol prodigo: «Questo premio - ha detto il regista alla stampa - va anche ai tanti polacchi che hanno fatto le comparse nelle scene del ghetto. Senza di loro non avrei potuto girare questo film». Sulle scelte artistiche Polanski rilascia dichiarazioni all´insegna dell´understatement: «Devo lo spunto per il film al mio amico Ian Berlingham, che mi ha consigliato il libro. Ho cercato di evitare l´uso di una musica universale, andando alla ricerca di qualcosa di più contenuto, perché le immagini sullo schermo erano già abbastanza eloquenti. Lo stesso con gli attori: il soggetto è talmente ricco di motivazioni che non ho dovuto costruire un metodo». Non è invece sufficiente una Palma d´oro per tornare a parlare di un rientro del regista negli Usa. La voce era già in circolazione, ma Polanski la smentisce categoricamente.
Molta politica nelle parole di Elia Suleiman (Premio della Giuria per Intervention divine), Michale Moore (premio per il 55esimo anniversario del Festival con il suo Bowling for Colombine) e Paul Laverty (migliore sceneggiatura per Sweet Sixteen di Ken Loach).
Il regista palestinese ha subito ringraziato Moore, «senza il suo aiuto - ha detto Suleiman - non avrei mai potuto completare il mio primo film». Ma dopo due pellicole girate negli Usa, oggi al regista è negato l´ingresso nel paese. «Dopo l´11 settembre - ha spiegato Suleiman - non posso più entrare negli Stati Uniti, che pure sono per me una seconda casa. Trionfa la paranoia, ma forse il cinema può fare molto per allentarla».
Michael Moore, da parte sua, è molto polemico con George W. Bush, al quale promette una opposizione continua film dopo film. «E comunque - ha detto Moore - invito il Presidente a vedere Bowling for Colombine quando uscirà negli Usa». Infine Paul Laverty: «La politica? Ha un senso solo se si tratta di capire cosa pensa e come vive la gente comune».
Olivier Gourmet ha vinto il premio per la migliore interpretazione maschile strappandolo al favoritissimo Jack Nicholson. «Ho scelto - ha detto l´attore di Le fils dei fratelli Dardenne - di recitare la parte con sobrietà». Poi ha proseguito sul Belgio: «Nel mio paese c´è molto cinema, molti registi e differenti universi».
Kati Outinen, miglior interprete donna per l´Uomo senza passato, ha scelto una dichiarazione d´amore per il suo regista: «È l´unico al quale dico di sì prima ancora di aver letto la sceneggiatura».
Amore anche nelle parole di Paul Thomas Anderson, premiato per Punch-Drunk Love: »Il mio futuro? Un film con Emily Watson e poi un altro con Emily Watson e un altro ancora, sempre con Emily Watson".

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