email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

FESTIVAL Karlovy Vary

La Slovenia alla ricerca del riscatto

di 

Il cinema sloveno è ancora praticamente sconosciuto. Al massimo si ricorda la Slovenia come uno dei paesi che hanno prodotto No Man's Land di Danis Tanovic nel 2001.
Ma forse qualcosa sta per cambiare. Quest'anno, la Slovenia ha tre suoi rappresentanti a Karlovy Vary, due dei quali sono in concorso: Uglasevanje ("Tuning"), dramma familiare di Igor Šterk, è nella selezione ufficiale e Rusevine ("Ruins") di Janez Burger nella sezione "East of the West", mentre Predmestje [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
("Suburbs"), il lungometraggio diretto da Vinko Möderndorfer si trova nella prestigiosa sezione "Variety Critic's choice".

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

L'anteprima mondiale del film di Šterk, terminato da appena un mese, ha avuto luogo proprio a Karlovy Vary. "Sono felice di essere stato invitato in concorso a questo festival che considero come uno dei migliori al mondo. Se mi avessero invitato in qualsiasi altra sezione non sarei venuto, ma così è diverso" ammette Šterk. Tuning, che racconta il dramma della relazione tra un uomo e una donna, è finanziato dal Fondo slovacco del cinema.

Möderndorfer, che ha portato il film Suburbs in altri festival ricevendo anche una nomination a Montreal, è rimasto colpito di come è stato recepito il film, qualificato da tutti come una commedia, ma che in realtà è una commedia noir.
Il pubblico di Karlovy Vary dovrebbe incoraggiare i due registi di un paese dalle risorse finanziarie limitate che ha prodotto solo cinque film l'anno scorso.

Mais Šterk dice di intravedere un lume di speranza: "Se vinco a Karlovy Vary potrei avere più facilemente i finanziamenti per il mio prossimo progetto. Ma penso che per produrre meglio e più film sloveni ci vogliono più coproduzioni. Ora ci sono più relazioni con gli altri paesi dell'ex Jugoslavia, un rapporto che si era interrotto durante la guerra. Ci sono numerosi talenti: il mio co-sceneggiatore Sinisa Dragin è serbo e vive a Bucarest, il mio montatore Petar Markovic anche lui è serbo. Vogliamo formare una sorta di federazione culturale".

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy