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FESTIVAL Svizzera

Forte presenza del cinema di casa a Locarno

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Anche quest'anno il Festival di Locarno (3-13 agosto) dedica un ampio spazio al cinema di casa. Se i documentari - cavallo di battaglia del cinema svizzero - sono tanti, bisogna salutare anche la presenza nel concorso internazionale di un film elvetico: Snow White [+leggi anche:
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intervista: Carlos Leal
intervista: Samir
scheda film
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, un ritratto sulla gioventù di Zurigo firmato da Samir. Il documentario di Edo Bertoglio sull'ambiente underground di New York negli anni '70, Face Addict sarà invece presentato nella selezione ufficiale ma fuori concorso.

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La competizione Video, dedicata ai lavori sperimentali e innovatori, ospita Rollow di Emmanuelle Antille oltre che Revival Paradise di Frédéric Moser e Philippe Schwinger, che presentano anche Unexpected Rules nella sezione In Progress. Come ciliegina sulla torta della sezione Video, che festa 10 anni, è stato inserito nel programma anche il pardo d'oro del 2003, iXième - Journal d'un prisonnier di Pierre-Yves Borgeaud e Stéphane Blok. Sempre riguardo alla presenza svizzera, in giuria prende posto il regista Christian Frei, che porta nella sezione Cinéastes du présent il suo ultimo film. Dopo il successo di War Photographer, documentario dedicato al fotografo di guerra James Nachtwey e candidato agli oscar 2002, il suo Giant Buddhas ritorna sulla distruzione dei Buddha di Bamiyan (Afghanistan) per denunciare il fanatismo, il terrorismo e l'ignoranza. Stessi temi trattati in White Terror, in cui Daniel Schweizer fa n'inchiesta sui neo-nazisti dopo Skin or Die, Helldorado e Skinhead Attitude. Altri "cineasti del presente" che porteranno i colori del documentario svizzero in questa sezione, Alina Marazzi che si interroga sulla vocazione religiosa in Per sempre, Dominique de Rivaz e il suo ritratto della decana del cinema svizzero Jacqueline Veuve intitolato Chère Jacqueline, Fernand Melgar con Cartographie 6 - Vallée de la jeunesse sulla coreografa Philippe Saire, mentre Nicolas Wadimoff e Béatrice Guelpa filmano i retroscena dell'"Initiative de Genève" per la pace in medioriente in L'accord. Questo film è anche in lizza per il Human Rights Award, così come Powerfull Man di Fulvio Bernasconi. Due documentari svizzeri saranno invece presentati alla Semaine de la critique: Gambit di Sabine Gisiger e Blau di Stefan Kälin e Norbert Wiedmer.

Poi i cortometraggi. Sono diciannove al concorso riservato alla produzione elvetica: Der Ausflug di Christina Zulauf, Le beau-frère di Thierry Moro, Déjeuner sur l'eau di Isabelle Blanc, Des bras trop courts di Marie-Eve Hildbrand, Domaine privé di Rafael Wolf, Dors Sophie dors di Zoya Anastassova, Econcluzi di Gabriel Sandru, Frohe Ostern di Ulrich Schaffner, Geneva and Me di Bernie Forster, Haru Ichiban di Aya Domenig, Herr Goldstein di Micha Lewinsky, Kalte Haut di Sebastian Kutzli, La limace di Anthony Vouardoux e Tania Zambrano, Romance mayonnaise di Mathieu Urfer, Der Skifahrer di Martin Guggisberg, Staila Crudanta di Pascal Bergamin, Terra incognita di Peter Volkart, Le tramway d'Andréa di Alexandre Iordachescu e Visite médicale di Felix von Muralt. Nella retrospettiva Afrique(s) ci sono Souko di Issiaka Konaté e Feizou Laowai, l'étranger venu d'Afrique di Joseph Kumbela.

Swiss Films, l'organismo che si occupa di promuovere il cinema svizzero all'estero, presenta dieci titoli sul meglio della produzione nazianale: Tout un hiver sans feu di Greg Zglinski, Vent du nord di Bettina Oberli, La prédication des oiseaux di Clemens Klopfenstein, Nocturne di Riccardo Signorell e Ricordare Anna di Walo Deuber. Katzenball di Veronika Minder, Klingenhof di Beatrice Michel, La nébuleuse du cœur di Jacqueline Veuve, Nicolas Bouvier - 22 Hospital Street di Christoph Kühn e Maria Bethânia, música é perfume di Georges Gachot.

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(Tradotto dal francese)

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