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LEGISLAZIONE Italia

L'industria: "legge cinema bloccata"

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Preoccupazione nel mondo dell'industria del cinema italiano per la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittime 15 norme del decreto Urbani per l'assenza della necessaria consultazione preventiva con la conferenza Stato-Regioni (leggi news 19/07). Le Unioni dell’Anica, che raggruppa produttori, distributori ed esercenti, hanno inviato una lettera al Presidente del consiglio Silvio Berlusconi per stigmatizzare la sentenza che crea "un vuoto legislativo che produce un blocco o un annullamento di molte iniziative già assunte dagli imprenditori del settore". L'Anica chiede un decreto legge di urgenza correttivo delle norme rese ora prive di efficacia.

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Anche l’Api - Autori e Produttori Indipendenti chiede l'intervento del governo e denuncia la gravità della situazione: “Effetto della sentenza è il blocco totale e immediato dell’intero sistema cinema: produzione, distribuzione, esercizio, promozione, eventi culturali, festival… Tale blocco arriva dopo due anni di difficilissima situazione in cui si è trovato il settore per la paralisi dovuta alla transizione dalla vecchia alla nuova legge, e rischia di infliggere un colpo mortale al cinema italiano”.

Dal canto suo l'Anec - Associazione Nazionale Esercenti Cinema denuncia il rischio di un blocco dell’attività amministrativa con deleterie conseguenze per tutto il settore, ma giudica positiva la censura della Corte Costituzionale riguardo alla sottrazione alle Regioni, da parte del Decreto Urbani, della autorizzazione all’apertura di multisale superiori a 1800 posti.

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