15/02/2006

Dieter Kosslick aveva annunciato che la 56^ edizione della Berlinale avrebbe avuto un tono più serio, mettendo da parte la fantasia per concentrarsi su temi più gravi - senza trascurare comunque i drammi personali dell'individuo. Lo stesso giorno in cui il regista inglese Michael Winterbottom ha presentato il suo docu-fiction politico The Road to Guantanamo [+leggi anche:
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scheda film] (si legga la recensione), la sezione Forum si è immersa nell'universo del lutto famigliare con il documentario francese Beyond Hatred. Diretto da Olivier Meyrou, il film mostra il desiderio di una famiglia di trasformare l'odio in un sentimento costruttivo dopo la morte del ventinovenne François Chenu, percosso a sangue da tre skin-heads perché omosessuale.

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Più che un film sul tema dell'omosessualità, in questo inusuale ritratto catartico, le interviste sembrano piuttosto avere la funzione di un procedimento terapeutico per superare il dolore. Meyrou predilige l'alternanza di lunghe sequenze a primi piani portando lo spettatore ai limiti della sopportazione. Alcune scene sono così intime, scavano così a fondo nel profondo dell'anima, che potrebbero quasi essere accusate di violazione della privacy se non fosse che i membri della famiglia hanno dato il loro consenso. Coerenti con il proprio sistema di valori, i parenti di François cercano di combattere per evitare una spirale di violenza, anche quando incontrano di persona i tre assassini, attentamente (e incredibilmente) tenuti fuori campo da Meyrou. Al di là della sfera famigliare, il regista intervista anche i legali e uno di questi in particolare, di origini arabe, che è stato coinvolto nella reintegrazione nella società di uno degli assassini.

Beyond Hatred è stato prodotto da Hold Up Films e Miss Luna Films, e co-prodotto da France 5 e France 2 Cinéma. La Films Distribution gestisce le vendite internazionali.

(Tradotto dall'inglese)