22/05/2006

Selezionato per la terza volta nelle selezione ufficiale del Festival di Cannes, dove ha vinto due premi nel 2002 con L’uomo senza passato, il regista finlandese Aki Kaurismäki ha leggermente deluso le aspettative dei suoi afficionados con Lights In The Dusk [+leggi anche:
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scheda film]. Non che il fantastico regista finalndese abbia perduto il proprio stile inimitabile, il suo senso dell’umorismo sullo sfondo dei drammi sociali, ma piuttosto a causa di un approfondimento che giunge fino all’esaurimento dei suoi soggetti prediletti. Ambientato in una Helsinki triste, un po’ moderna e un po’ retrò, il film racconta il malessere di Kostinen (Janne Hyytiäinen), un vigile solitario, sbeffeggiato dai colleghi, respinto dalle donne, ma convinto che le cose miglioreranno col tempo. Ingannato da dei criminali per derubare una gioielleria, con una bella ragazza (Maria Järvenhelmi) a far da esca, sarà licenziato, disonorato e condannato a due anni di prigione. All’uscita di galera, una misera esistenza lo attende e il suo tentativo di vendetta non va in porto. Solo l’amore di una cameriera che aveva sempre disdegnato regala alla sua vita un "happy end".

Filmato alla perfezione con scenografie che giocano sui forti contrasti di colore, Les Lumières du Faubourg cita apertamente il cinema americano degli anni ‘50, quello di Eva contro Eva di Mankiewicz. Dialoghi laconici, freddo humour ( "Com’era la prigione?" "Non si poteva uscire"), squallore fisico e morale degli uomini, il tutto innaffiato di alcolici vari: il regista va avanti nel suo mondo senza tuttavia riuscire a suscitare compassione per il suo personaggio chapliniano...

Prodotto dai finlandesi di Sputnik Film con un budget di 1,6 milioni di euro, Lights In The Dusk è stato coprodotto dai tedeschi di Pandora, dai francesi di Pyramide e Arte France Cinéma. Sostenuto anche dal Finnish Film Foundation, il film è rivenduto dai tedeschi di Match Factory (leggi la news).

(Tradotto dal francese)