22/05/2006

Prima della proiezione di La Raison du plus faible [+leggi anche:
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scheda film] di Lucas Belvaux nel concorso ufficiale, è toccato al film di Martine Doyen, Komma [+leggi anche:
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scheda film], in corsa per la Caméra d'or, rappresentare il Belgio al Festival de Cannes nella sezione della Semaine de la critique.

Racconto di una morte e di una resurrezione, Komma usa lo stile della fiaba per raccontare una tragedia dell'innocenza. Nelle prime immagini del film, Peter de Wit, interpretato dal cantante Arno, spunta fuori da un sacchetto di plastica, di quelli che servono per coprire i morti, ed esce dal coma etilico. Angelo maledetto della modernità, erra in un mondo in cui non riesce più a vivere e inizia ad assumere diverse identità prima di incontrare la donna che deciderà di amare. Questo ritorno all’infanzia e al perdono per Lucia (interpretata da Valérie Lemaître, anche cosceneggiatrice, e che presta a questo personaggio la sua fragilità e la sua profondità) passa dalla redenzione che le offre Peter. E starà a lei, scegliendolo, di farlo ritornare a vivere.

Incollata agli attori, filmandoli nervosamente e cancellando ogni spiegazione psicologica per seguirli il più vicino possibile nella loro disperazione, Martine Doyen osserva dei corpi dibattersi contro ciò che li circonda. E se la regista non sfugge a un eccesso di simbolismo e a un’eccessiva lunghezza, riesce tuttavia nella sfida un po’ folle di tenere le fila del film, con un piglio da maestro e un grande rigore stilistico, e di arrivare fino in fondo al racconto.

Girato in cinque settimane con un budget inferiore a 1 milione di euro, Komma è stato prodotto dai francesi di OF2B, dai belgi di La Parti Production e Moviestream Entertainement, con il sostegno della Communauté Française e dei valloni di Télédistributeurs. Distribuito in Belgio da Cinéart, Komma è rivenduto da Bavaria Film.

(Tradotto dal francese)