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CANNES 2006 Un Certain Regard / Spagna

Salvador, l'ultimo degli idealisti

di 

Il 2 marzo 1974 Salvador Puig Antich, accusato di aver ucciso un poliziotto, viene condannato e giustiziato in Spagna. Ha 25 anni. E' l'ultimo detenuto politico a subire la "garrota" e la sua esecuzione coincide con la fine del regime del Generale Franco.

Frances Escribano ha raccontato in un libro, "Compte enrere / Cuenta atrás", la storia di questo giovane anarchico catalano. Da questo libro il regista Manuel Huerga (Antàrtica, 1995) ha tratto ispirazione per Salvador [+leggi anche:
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, selezionato in Un Certain Regard.

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Protagonista del film è l'attore tedesco di origini catalane Daniel Brühl, rivelatosi con Good Bye Lenin [+leggi anche:
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intervista: Wolfgang Becker
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. Lo affiancano giovani attori spagnoli di sicuro talento, tra cui Leonor Watling (Parla con lei [+leggi anche:
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di Pedro Almodóvar), Celso Bugallo (Mare dentro [+leggi anche:
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), e l'argentino Leonardo Sbaraglia.

Il film, coproduzione ispano-inglese tra Media Producciones e Future Films, inizia con l'arresto del giovane Salvador, dopo una sparatoria nella quale rimane ucciso un agente della polizia politica, ed è diviso in due parti. Nella prima lo stesso Salvador racconta al suo avvocato le vicende che lo hanno portato ad agire contro il regime fascista, con il compimento di numerose rapine per acquistare nuove armi per il movimento di liberazione. Nella seconda assistiamo alla lunga e penosa battaglia di genitori e amici per salvare Salvador dalla pena di morte.

Girato in alta definizione, con numerose scene d'azione, il film si affida ad una fotografia (di David Omedes) di eccellente qualità che riesce a riprodurre le atmosfere drammatiche degli anni Settanta, ma non possiede una struttura narrativa e registica tanto solida da saper approfondire un tema così importante e drammatico per la popolazione spagnola.

La prima parte si riduce così ad un lungo spot ben girato che ha come unico scopo l'intrattenimento, con un linguaggio filmico contemporaneo che può renderlo certamente appetibile al pubblico più giovane. Una riflessione su uno dei tanti aspetti del regime franchista - per restituire la memoria di coloro che subirono l'ostracismo, il carcere, la repressione o anche la morte per difendere i valori di una società democratica - avrebbe meritato una regìa più matura.

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