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VENEZIA 2006 Giornate degli Autori

Il cinema alla ricerca di identità

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È identità la parola chiave della terza edizione delle Giornate degli Autori- Venice Days, alla 63ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. La sezione, sotto la guida del critico Fabio Ferzetti, propone quest’anno un programma che ruota intorno a tre temi cardine: la nuova Legge di sistema sul Cinema italiano, la Carta europea per le nuove tecnologie e la protezione dei diritti d’autore, e la valorizzazione della tradizione cinematografica italiana.

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Il cinema italiano di ieri e del futuro, e la sua protezione, valorizzazione e diffusione quale prezioso catalizzatore di identità, sarà l’oggetto di un seminario, promosso dall’API.
Il seminario ha l’obiettivo di presentare proposte concrete per l’attesa Nuova Legge Cinema, condivise, per la prima volta, da tutti gli autori cinematografici e televisivi italiani, per la ricerca di nuove risorse economiche, la creazione di un Centro Nazionale Cinematografico (su modello francese), per assicurare al cinema europeo la visibilità necessaria alla sua stessa sopravvivenza e dare finalmente vita ad un vero mercato italiano.
Ma è anche il cinema del passato a destare l’interesse delle Giornate degli autori, che si prefiggono l’ambizioso obiettivo di riportare alla luce film italiani resi invisibili da vincoli normativi e tirannie di produttori e distributori. “Recuperare la memoria del cinema ha un significato fondamentale per tutta l’Italia, non solo quella dei critici”, commenta Ferzetti. “Il nostro cinema, soprattutto quello del dopoguerra e degli anni ’50, deve entrare nelle scuole come la letteratura, e tornare a essere di tutti”. Ma la perdita e la conseguente ricerca di una identità personale è anche il fil rouge che lega le 12 pellicole selezionate, sette delle quali anteprime mondiali, sei debutti alla regia e due opere seconde.
Ad eccezione di Chicha tu madre di Gianfranco Quattrini, co-produzione fra Perù e Argentina, le restanti undici pellicole sono produzioni o co-produzioni europee. Il nomadismo, fisico e interiore, lega così la brillante commedia marocchino-francese WWW, What a wonderful world di Faouzi Bensaïdi e gli “inferni contemporanei” della co-produzione fra Burkina faso, Canada e Francia di Laurent Salgues, Rêves de Poussière, i film scandinavi Offscreen, del danese Christoffer Boe (già presente alle Giornate 2005 con Allegro) e l’innovativa opera prima dello svedese Jesper Ganslandt, Falkenberg farewell, gli spagnoli Azul oscuro casi negro di Daniel Sanchez Arevalo, divertente melò almodovariano, e La noche de lo girasoles (Angostro) noir di Jorge Sanchez Cabezudo.
E ancora, Minetras tanto, co-produzione argentino-francese di Diego Lerman, realizzata grazie al sostegno del Cinefondation di Cannes, il francese Sept ans di Jean-Pascal Hattu, Come l’ombra dell’italiana Marina Spada, che vede la partecipazione di un grande fotografo metropolitano, Gabriele Basilico, e Khadak, opera di fiction dei documentaristi Peter Brosens e Jessica Woodworth.
Le Giornate dedicano inoltre un omaggio speciale a Christophe de Ponfilly, con la proiezione del primo (ed unico) lungometraggio di fiction del reporter e documentarista francese: L’etoile du soldat, storia rigorosa e poetica di un soldato russo ‘adottato’ dai soldati afgani.
Le sorprese non sono però ancora finite: la selezione è ancora in attesa di ulteriori titoli, e sono in corso i lavori per la realizzazione di una sezione parallela destinata ai documentari.

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