email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

VENEZIA 2006 Fuori Concorso

Un flauto magico per Branagh

di 

"Portare la lirica fuori dal teatro, per renderla accessibile al grande pubblico". Questo l'obiettivo dichiarato di Sir Peter Moores, filantropo britannico che con la sua omonima fondazione ha contribuito dal 1964 ad oggi ad aprire le porte dell'arte alla gente e che ha avuto l'idea dell'edizione cinematografica del mozartiano Flauto magico [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, diretta da Kenneth Branagh.

Scritto dallo stesso Branagh, con l'adattamento del libretto di Stephen Fry, il film avrà l'onore di essere presentato questa sera al Teatro La Fenice di Venezia, che ha esattamente la stessa età dell'opera di Mozart, composta nel 1791. Le caratteristiche principali di questa trasposizione del prolifico regista britannico sono due, la lingua e l'ambientazione. Moores giustifica la riscrittura in inglese con la chance di una maggiore diffusione mondiale attraverso una lingua eminentemente cinematografica, Branagh aggiunge che "la trasposizione di Stephen Fry dal tedesco ha rispettato lo spirito dell'originale, cercando di rimanere più letterale possibile, con un tocco di vernacolare dell'epoca".

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Infatti Il Flauto magico di Branagh è ambientato in piena Prima Guerra Mondiale, perché, spiega Branagh, "mi sembrava che nell'opera ci fosse un grido in favore della pace e questo mi ha fatto pensare alla drammatica scala mondiale della Grande Guerra, con i suoi milioni di vittime. Poteva esserci un parallelo con il paesaggio visivo della guerra". Tamino diventa così un soldato spedito in prima linea e Papageno è il responsabile dei canarini che venivano realmente usati per scoprire la presenza di gas nelle trincee.

Una vera e propria sfida per Branagh e la tentazione di fare paragoni con la celeberrima versione cinematografica di Ingmar Bergman è forte. "Il film di Bergman è fantastico" si difende Branagh, "ma molto diverso da quello che volevamo fare noi. La sfida è stata quella di mantenere la sensazione di improvvisazione per dare energia e vita senza mostrare le soluzioni tecniche che c'erano dietro. Eravamo entusiasti della possibilità che l'interpretazione dello spartito potesse trovare una vita cinematografica nuova, non svelando qualcosa concepita molti anni fa".

L'energia di cui parla il regista è certamente data dalla interpretazione di veri cantanti, che prima di proporre il volto hanno offerto la loro voce. Prodotto da Pierre-Olivier Bardet, con James Conlon come direttore d'orchestra e Daniel Zalay produttore musicale, il film si avvale infatti della presenza di Lyubov Petrova (la Regina della notte), René Pape (uno dei migliori catanti del mondo, nei panni di Sarastro), Joseph Kaiser (Tamino) e una giovane Pamina, Amy Carson (23 anni) che esordisce nel cinema con professionalità.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy