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PRODUZIONE Francia

Verso un cinema politicamente corretto?

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La polemica dell’impatto del finanziamento delle televisioni sul format delle opere è rimbalzata lo scorso week-end agli Incontri Cinematografici di Digione organizzati dall’ARP. Il regista Claude Miller ha analizzato la situazione attuale del cinema francese, classificando la produzione in tre categorie: "i lungometraggi che fanno a meno dei finanziamenti delle televisioni, che non oltrepassano mai i 2 M€ di budget e il cui campo si riduce al film intimista (Christophe Honoré) o sociologico (tipo La schivata [+leggi anche:
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). Segue la classe media tra i 2 e i 7 M€ di budget, opere finanziate dai grandi gruppi e dalle banche. Cosa vogliono in questo caso i finanziatori? Si punta al trionfo del politicamente corretto. Riguardo alle tematiche, la violenza è accettata se percepita come gioco e la sceneggiatura deve essere risolutiva (né ambiguità, né incertezze). Al momento attuale, né Bergman, né Buñuel avrebbero avuto accesso ai finanziamenti. Infine, vi sono le opere di largo consumo, con le star e le uscite massicce che schiacciano gli altri film. Il cinema d’autore di medio budget ha ancora qualche buon risultato, ad esempio con Jacques Audiard o Radu Mihaileanu. Conquistano premi César assegnati da operatori del settore che tuttavia non si sono scomodati per produrli."

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Questo discorso è stato amplificato dal produttore Denis Freyd (Archipel 35) che ha sottolineato il paradosso secondo cui "i soldi scorrono a fiotti nel cinema francese che produce molti film, ma il cinema d’autore ha grandi difficoltà, molti registi non riescono più a vivere del loro mestiere. I produttori non possono più funzionare solo con i film d’autore a meno che non si diversifichino (fiction tv, edizione, film più commerciali...). Il cinema ha perso valore, noi perdiamo il nostro pubblico, i giovani". Ricordando che all’inizio Canal + rifiutava di pre-acquistare L’Enfant [+leggi anche:
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aveva realizzato cattivi ascolti, il produttore ha attaccato anche France 3 Cinéma, provocando la reazione del suo nuovo responsabile, Daniel Goudineau, che ha citato diversi film di qualità pre-acquistati e coprodotti dalla filiale cinema del canale televisivo pubblico. Uno scambio vivace che traduce l’irrigidimento delle relazioni tra alcuni registi e produttori e le televisioni che trasmettono sempre meno film e puntano sempre più sulle serie televisive.

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(Tradotto dal francese)

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