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PRODUZIONE Italia

L’uomo di vetro, storia del primo pentito di Cosa Nostra

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In concorso al Festival di Taormina il prossimo 16 giugno in concomitanza con l’uscita nazionale, L’uomo di vetro [+leggi anche:
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scheda film
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, tratto dall’omonimo libro di Salvatore Parlagreco (Ed. Bompiani) si ispira alle vicende del primo pentito di mafia, Leonardo Vitale, che decise di infrangere la cortina di omertà che protegge il sistema mafioso, scontando la sua scelta con il carcere, il manicomio giudiziario e poi con la vita stessa.

Nel 1984, tornato in libertà da pochi mesi, Vitale venne ucciso da un sicario. Il film si concentra sugli anni che vanno dal 1972 al 1974. Sono gli anni degli interrogatori, degli arresti illustri, delle vendette trasversali, gli anni della depressione, delle ossessioni, dei pentimenti e delle ritrattazioni sconfessate da nuove dichiarazioni, sono gli anni degli elettroshock in manicomio.

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Prodotto con un budget di due milioni di euro, da Rai Cinema e da Mario Rossini per Red Film, realizzato con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e distribuito da 01 in 30 copie, L’uomo di vetro si avvale della regia di Stefano Incerti ( Il verificatore, 1995, I Vesuviani, 1997, e La Vita Come Viene, 2003).

Le riprese, iniziate nel luglio del 2006 e terminate sei settimane dopo, sono state realizzate interamente a Catania. Autori della sceneggiatura, oltre a Salvatore Parlagreco, sono Heidrun Schleef e lo stesso Stefano Incerti. David Coco interpreta Leonardo Vitale. Fanno parte del cast Anna Bonaiuto, nel ruolo della madre di Vitale e Tony Sperandeo nei panni di Zio Titta, che indusse con ogni mezzo Vitale a diventare un uomo d'onore.

Il 18 giugno la Camera dei Deputati ospiterà una proiezione speciale del film a cui seguirà un dibattito in cui interverranno l’autore del libro e, tra gli altri, Pietro Grasso, Procuratore Nazionale Antimafia.

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