03/07/2007

Comincia oggi in Francia uno sciopero delle riprese di quattro giorni indetto da tre sindacati di tecnici della produzione cinematografica e audiovisiva. Alla base della protesta c'è la difficile ridiscussione dell'obsoleto contratto collettivo del settore, avviata da mesi insieme ai produttori e sotto la tutela del ministero del Lavoro. Risalente agli anni '50, questo contratto fissa il salario minimo, raramente applicato, e costringe l'insieme dei professionisti ad andare fuori legge.

Denunciando il carattere sproporzionato dello sciopero, cinque organizzazioni di produttori cinematografici hanno pubblicato un comunicato comune precisando la loro posizione. L’APC (Associazione dei produttori di cinema), l’API (Associazione dei produttori indipendenti), l'SPI (Sindacato dei produttori indipendenti), l’UPF (Unione dei produttori di film) e l’AFPF (Associazione francese dei produttori di film e di programmi audiovisivi) sottolineano di aver accettato l'8 giugno l'applicazione della griglia di salari a 39 ore e scartato il principio di una griglia di 48 ore, ricordano il loro assenso a una rivalorizzazione dei salari bassi e riaffermano la necessaria considerazione della situazione specifica dei film a basso costo, che rappresentano una parte importante dell'impiego nel settore. I produttori reclamano da parte loro una definizione delle modalità di riduzione dei tempi di lavoro e di calcolo delle ore extra praticabili, nel rispetto delle disposizioni del codice del lavoro. Infine, appoggiano l'idea di una riunione degli Stati generali del cinema, che si basi su una fotografia delle realtà del settore elaborata sotto l'egida dei poteri pubblici.

Le parti in causa si riuniranno oggi al Centre National de la Cinématographie (CNC), che tenterà una mediazione. Si attendono sviluppi.

(Tradotto dal francese)