email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

POLITICA AUDIOVISIVA Europa

Rifiuto unanime dello studio sull’impatto della “clausola di territorializzazione”

di 

Oltre 400 professionisti dell’industria cinematografica provenienti da tutta Europa hanno partecipato venerdì 6 lugllio ad un convegno organizzato dalla società di consulenza Cambridge Econometrics per discutere la bozza dello studio “L’impatto della clausola di territorializzazione degli schemi di sussidio statale nel settore audiovisivo".

I rappresentati dell’industria presenti all’evento hanno criticato all’unanimità le conclusioni dello studio, sottolineando sostanziali errori metodologici, la mancanza di chiarezza sulla raccolta dei dati e dubbi sulle fonti.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Per conto della European Film Agency Directors (EFAD), Roland Teichmann ha espresso la preoccupazione delle agenzie nazionali che si occupano di audiovisivo negli Stati Membri dell’Unione Europea. Interrogato da Cineuropa, Mr Teichmann ha detto che lo studio "non potrà in alcun modo portare a conclusioni pertinenti sull’efficacia della clausola di territorializzazione ".

Jean Cazès, rappresentate dell’European Producers Club, ha evidenziato che gli schemi di sostegno statale più inefficaci sono stati quelli senza clausola di territorializzazione, il sistema inglese Sale & Leaseback e quello tedesco di credito fiscale in vigore alcuni anni fa, che hanno portato ad un trasferimento di diversi milioni di euro alle produzioni hollywoodiane. Entrambi gli schemi sono stati da allora aboliti.

E’ stato l’intervento di Istvan Szabo quello che ha impressionato di più, comunque. "Se l’industria cinematografica dei paesi con un piccolo mercato non è autorizzata a beneficiare nemmeno del sostegno dei propri contribuenti, è destinata a morire lentamente. L’assenza di una cultura nazionale si trasforma in un forza di natura politica e questa forza politica diventa anti-europea. Vi siete mai chiesti perché alcune nazioni non sostengono la Costituzione Europea? Perché temono che la loro cultura venga minacciata" ha detto il regista. (Clicca qui per il testo completo in Inglese.)

La Commissione ha predisposto il quadro legale per la compatibilità dei sistemi di supporto statali nazionali con il diritto comunitario. I criteri generali e specifici della compatibilità sono definiti nella cosiddetta “Comunicazione Cinema”, elaborata nel Settembre 2001 e valida fino a fine 2009 (al massimo). Gli schemi di sostegno statale al cinema e alla produzione di programmi televisivi sono autorizzati sulla base della deroga culturale all’Articolo 87(3) d) del Trattato Europeo nella misura in cui tali sussidi non distorgano la competizione e siano contrari all’interesse comune. La “Comunicazione Cinema” stabilisce i criteri che la Commissione dovrà verificare valutando i sistemi di sostegno, per esempio (1) i criteri generali di legalità e (2) i criteri specifici di compatibilità, uno dei quali prevede che il produttore deve essere libero di spendere almeno il 20% del budget del film in un altro Stato Membro senza subire alcuna riduzione nel sostegno (clausola di territorializzazione).

Lo studio analizza in particolare l’impatto economico e culturale dei requisiti di territorializzazione imposti dagli Stati Membri, con particolare riferimento alle coproduzioni. I risultati dello studio e del workshop dovrebbero permettere di identificare le modifiche alla “Comunicazione Cinema” che scade nel 2009. Il draft del rapporto è stato pubblicato come un 'work-in-progress' prima del workshop per sollecitare i professionisti del settore cinematografico e audiovisivo a fornire un feeback e correggere gli errori e le omissioni prima che venga completato entro la fine del 2007.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy