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PRODUZIONE Francia

Canal+ contrattacca

di 

- La pay-tv in crisi si difende dalle accuse di trascurare la produzione indipendente per concentrarsi su film ad alto budget o prodotti dalle sue filiali

Dopo le critiche espresse da vari produttori, la pay-tv Canal+ è uscita dal silenzio. In un´intervista rilasciata all´AFP (agenzia di stampa francese), la responsabile degli acquisti dei film francesi Nathalie Bloch-Lainé, ha richiamato i professionisti del cinema ad un dialogo più costruttivo: «non siamo un semplice sportello, non c´è un prezzo unico per l´investimento e nell´ambito dei nostri obblighi siamo liberi di scegliere». Accusato di evitare gli impegni e di trascurare la produzione indipendente per concentrarsi invece su film ad alto budget o prodotti dalle sue filiali, Canal + è secondo Mme Bloch Lainé «il solo canale televisivo che rispetti le quote di diversità», anche se successivamente ammette di aver richiesto nel marzo scorso una ridefinizione di questa diversità.
In effetti la legislazione obbliga il canale ad investire il 20% dei profitti nell´acquisto di film, con l´obbligo di destinarne il 9% nelle produzioni in lingua francese (di cui il 45% per dei film con budget inferiore ai 5.3 milioni di euro). Si tratta della famosa clausola di «diversità» che è qui rispettata alla lettera, poiché dei 128 film acquistati nel 2002 per un totale di 120 milioni di euro, 62 avevano un budget inferiore a 5.3 milioni di euro, per una cifra totale di circa 54 milioni di euro, contro i 18 milioni del 2001. Una precisazione che non allenta però le tensioni tra l´emittente ed il cinema francese. Considerandosi vittima di un processo alle intenzioni, Canal + ha appena annullato un incontro previsto con le organizzazioni di professionisti del settore.

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(Tradotto dal francese)

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