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USCITE Italia

Anche in Italia il paradiso di Akin

di 

Forte di tre candidature agli European Film Awards (miglior film, migliore regia e miglior sceneggiatura), esce in Italia Ai confini del paradiso [+leggi anche:
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, del regista turco-tedesco Fatih Akin: co-prodotto dall’italiana Dorje Film, e premiato a Cannes per lo script, questo sesto lungometraggio segue l’exploit berlinese de La sposa turca [+leggi anche:
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(Orso d’oro nel 2003) e il documentario musicale Crossing the bridge [+leggi anche:
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, e sarà distribuito il prossimo 9 novembre da BIM, in circa 40 copie.

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“Il film affronta molti temi”, racconta Akin, “privati ma anche sociali, e non volevo che questa varietà di problemi travolgesse il pubblico, o lo costringesse a pensarla come me. Ho preferito lasciarlo libero di riflettere, accostandomi alla storia con uno stile documentaristico, tenendo la macchina da presa lontana dagli eventi, anche per evitare strumentalizzazioni politiche”.

Non si sente un regista politico, e persino gli pesa il paragone con Yilmaz Güney, il cineasta curdo che dal carcere diresse Il Gregge e Yol, e che nei suoi film “esprimeva le proprie posizioni maoiste-leniniste”. Piuttosto, “il mio punto di riferimento è Rainer Werner Fassbinder, m’interessa che le mie siano opere filosofiche, più che politiche”. Non a caso, il film è interpretato (in un cast dove primeggia l’intensa Nurgül Yesilçay, una star in Turchia), anche da Hanna Schygulla, icona del Nuovo Cinema Tedesco e protagonista di molti melodrammi fassbinderiani.

Il cinema civile, però, è stato importante per la sua formazione umana e professionale: “Missing, di Costa-Gavras, mi ha cambiato la vita: le mie amiche adoravano Tom Cruise in Top Gun, i miei amici impazzivano per Rambo, ma quel film mi ha convinto che l’arte può davvero cambiare il mondo. O almeno le persone.”

Del nuovo progetto, ideale conclusione di una trilogia avviata con La sposa turca e continuata con questo Ai confini del paradiso, Akin non dice molto: “sarà un film sul Male, ma è presto per parlarne. Al momento, è come un figlio nei primi mesi di gravidanza: non conosco ancora il sesso, il colore degli occhi… spero solo che sia sano. Lo stesso vale per la sceneggiatura che sto scrivendo: mi auguro che goda di ottima salute”.

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