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PRODUZIONE Italia

Muccino jr. esordisce parlando d’amore

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“È soprattutto un film sul mio amore per il cinema, in particolare per i film francesi, che mi hanno insegnato ad amare: da L’Atalante alla Nouvelle Vague”. Parola di Silvio Muccino – fratello d’arte del Gabriele che l’anno scorso ha sfondato anche a Hollywood con La ricerca della felicità – al suo esordio come regista con Parlami d’amore [+leggi anche:
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(dal 14 febbraio in oltre 500 sale, con 01distribution), tratto dall’omonimo romanzo, scritto – come il film – a quattro mani con Carla Vangelista .

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L’aspetto figurativo è stata la priorità del neo-regista: “ho inseguito le suggestioni del cinema di Bertolucci: la scena del pestaggio è stata girata dove veniva picchiato Trintignant ne Il conformista, e ho chiesto ad Arnaldo Catinari di ricordarsi della fotografia di Vittorio Storaro”. Un look estetizzante (sottolineato dalle scenografie di Tonino Zera ), che potrebbe piacere anche all’estero: la prima distribuzione internazionale di Parlami d’amore è prevista per l’autunno prossimo, in Spagna.

Muccino, venticinquenne già interprete di cinque titoli molto fortunati al botteghino, non ha avuto problemi a convincere i produttori di Cattleya, che con gli spagnoli di Alquimia Cinema hanno subito creduto nell’opera prima: “più del nome che porti, conta l’incasso che garantisci. E i miei film, sono andati tutti bene”. Ma Parlami d’amore (nel cast, oltre a un cammeo di Geraldine Chaplin, anche Carolina Crescentini e Giorgio Colangeli ) non è pensato soltanto per i teenager, anzi: “volevo spiazzare il mio pubblico, con una storia dominata dai fantasmi del passato, dalle paure, dai sensi di colpa”.

Come quelli che affliggono i protagonisti: Sasha, figlio di genitori tossicodipendenti e cresciuto in una comunità di recupero, e Nicole, che non riesce a perdonarsi la morte del primo marito. Lui è Silvio Muccino, lei Aitana Sánchez-Gijón , già scelta da Cattleya nel 2003 per Io non ho paura [+leggi anche:
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intervista: Gabriele Salvatores
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di Gabriele Salvatores .

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