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INDUSTRIA Francia

Le promesse di Tarak Ben Ammar

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Dopo aver preso il controllo di tutti i laboratori cinematografici francesi con il rilevamento di Eclair a dicembre, Tarak Ben Ammar ha risposto alle preoccupazioni delle organizzazioni professionali riguardo a questa concentrazione che rappresenta una minaccia per la diversità della produzione. Il capo di Quinta Industries (che ha di fatto messo mano su Eclair, LTC, GTC e LNF) ha infatti preso impegni formali con l’ARP (Società civile degli Autori, Registi e Produttori), la SRF (Società dei registi di film) e la SACD (Società degli Autori e Compositori Drammatici) in una lettera del 22 febbraio.

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Sottolineando la necessità di razionalizzare il settore della post-produzione digitale e fotochimica di fronte alle "mutazioni tecnologiche (…) bisognose di sempre più investimenti da parte delle industrie tecniche, e dinanzi a una competizione ormai su scala europea, se non mondiale", Tarak Ben Ammar afferma tuttavia di condividere l'idea che "le imprese che evolvono nella filiera cinematografica non sono da considerarsi imprese come le altre e che al di là delle regole di rendimento e di buona gestione, esse devono assumersi le loro responsabilità culturali".

Quinta Industries s’impegna dunque a "condurre una politica di conservazione, di gestione del patrimonio cinematografico, interamente localizzata in Francia", a "organizzare incontri annuali tra i responsabili delle diverse entità nate dalla fusione e i professionisti del settore" e a "mantenere e sviluppare un ponte tra i diversi attori della filiera digitale e fotochimica, che siano o meno membri delle nuove entità nate dalla fusione".

Infine, Tarak Ben Ammar annuncia che farà in modo "che le nuove entità derivanti dalla fusione rivolgano un'attenzione particolare ai film dalle economie più fragili e, più in generale, ai settori della produzione cinematografica che hanno bisogno, per il loro mantenimento, dell'appoggio delle industrie tecniche".

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(Tradotto dal francese)

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