L’Europa è un Mosaico
In programma dal 14 al 19 aprile a Ravenna, il Mosaico d’Europa Film Fest – promosso dall’Ufficio Cinema del Comune, dalla Provincia e dalla FICE, col sostegno della CICAE e del MiBAC – è il più giovane tra gli appuntamenti italiani dedicati al cinema del vecchio continente.
Dopo la prima edizione del giugno scorso, l’evento anticipa le date e si sovrappone (nell’affollato calendario di aprile) ai festival di Lecce, Viareggio e Salerno. Ma tanto l’obiettivo, assicurano gli organizzatori, non è strappare i titoli più prestigiosi alla concorrenza: piuttosto offrire al pubblico locale una vetrina del miglior cinema europeo, che spesso fatica a trovare distribuzione.
Lo dimostrano i titoli del Concorso, spesso non attualissimi ma
rimasti inediti in Italia: con l’eccezione, soltanto parziale,
dell’italo-olandese Una ballata bianca di Stefano Odoardi, che qualche tempo fa tentò una timida, e sfortunata, uscita in
sala. Accanto a questo piccolo esordio, presentato con successo in
molti festival internazionali, anche film di autori affermati, come
Import/Export [+leggi anche:
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scheda film]
di Ulrich Seidl e l’israeliano The Bubble di Eytan Fox.
A pochi mesi dalla vittoria al Bergamo Film Meeting, a Ravenna si
vedrà pure il finlandese A
Man's Job di Aleksi Salmenpera; e ancora (tra gli
altri) la trasposizione di Lady Chatterley [+leggi anche:
recensione
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scheda film] firmata da Pascale
Ferran, il serbo The Trap di Srdan Golubovic, e This Is England [+leggi anche:
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scheda film] di Shane
Meadows, vincitore morale della prima Festa di Roma.
Al cinema extra-europeo è riservata la Finestra sul Mondo, mentre a Jiří Menzel il Festival dedica l’Evento speciale di quest’anno: del maestro ceco si vedranno i classici Treni strettamente sorvegliati e Allodole sul filo, e l’ultimo Ho servito il re d'Inghilterra, di prossima distribuzione anche in Italia.
Altri tributi sono dedicati alla pioniera del cinema Alice Guy Blaché, nel quarantennale della morte; e a Pier Paolo Pasolini, omaggiato con una selezione di corti, documentari e lungometraggi, compreso il postumo Salò o le 120 giornate di Sodoma, scelto come film di chiusura.
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