Ad EuropaCinema Ulzhan, ultima fatica di Schlöndorff
Volker Schlöndorff ha scelto gli schermi di EuropaCinema per portare in Italia, in anteprima nazionale, la sua ultima “fatica”: Ulzhan – Das vergessene Licht [+leggi anche:
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scheda film]. Il film, girato in Kazakhstan in condizioni difficilissime (“Un vero e proprio incubo”, a detta dello stesso regista), racconta il viaggio interiore (e non solo) di un uomo che, provato da una tragedia familiare, decide di andare a morire in un luogo lontano, dominato da una natura impietosa. Perché il Kazakhstan? “Nella mia cartina geografica interiore – spiega Schlöndorff – rappresentava una macchia bianca. È stato il mio sceneggiatore a propormi di girarlo lì e ho accettato. Non volevo realizzare un reportage geopolitico, quanto piuttosto descrivere il viaggio iniziatico di un uomo che vuole sparire dal mondo per non dover più fare i conti con il proprio dolore. E il Kazakhstan, con le sue sterminate lande desolate, ci è sembrato il luogo migliore”. Una rappresentazione della natura che Schlöndorff mutua da Dostoevskij: “Immensa, bella ma allo stesso tempo forte – sottolinea il regista – e soprattutto indifferente dinanzi alla sofferenza umana”.
A chiudere il ciclo di incontri con il pubblico è Margarethe von Trotta che presenta La promessa, film scritto con Peter Schneider e Felice Laudadio, quattro anni dopo la caduta del muro. “A distanza di 15 anni – spiega la regista – sono convinta che i tedeschi non fossero ancora pronti per un’opera che raccontava una storia troppo vicina e, per questo, scottante. La gente non riusciva a riconoscersi. Probabilmente se lo avessi girato 10 anni dopo avrebbe avuto lo stesso successo de Le vite degli altri [+leggi anche:
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scheda film]”.
L’ultimo film in concorso è Stellungswechsel (Special Escort), di Meggie Peren. Già passata sugli schermi tedeschi, la pellicola affronta il tema del precariato in chiave ironica: cinque uomini disoccupati decidono di mettere su un’agenzia di accompagnatori per consolare donne sole.
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