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FESTIVAL Italia

Il cinema europeo debutta a Taormina

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La 54a edizione del Taormina Film Fest (15-22 giugno) ha proposto nei giorni scorsi i suoi primi titoli europei.

Il 16, 14 Kilometros [+leggi anche:
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di Gerardo Olivares ha ricevuto un applauso caloroso dopo la sua proiezione fuori concorso nella sezione Oltre il Mediterraneo. Grezzo ma indubbiamente affascinante, il film spagnolo è tratto da una vicenda vera, quella del rischiosissimo viaggio che molti africani delle regioni sub-sahariane compiono nel deserto del Teneré fino alle coste del Marocco, attraversando i 14 chilometri dello Stretto di Gibilterra fino alla Spagna, dove sognano di trovare una vita migliore.

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Il documentarista, molto amato dalla critica, ha selezionati i tre protagonisti non-professionisti nelle strade del Niger, in un'opera seconda costata 1 milione di euro. La pellicola, le cui vendite sono affidate a Latido Films, è stata venduta in Italia (Universal, che la distribuirà assai probabilmente in autunno), ma contrattazioni sono in corso con Regno Unito, Scandinavia, Francia e Messico.

Deux jours à tuer [+leggi anche:
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, film in concorso di Jean Becker, è il 13° lungometraggio del filmmaker francese dopo il successo de Il mio amico giardiniere [+leggi anche:
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. Il film vede la partecipazione di Albert Dupontel nel ruolo di un uomo che nasconde un doloroso segreto e che decide, nel corso di un weekend, di abbandonare la famiglia e gli amici.

Deux jours à tuer è stato presentato giovedì in anteprima internazionale a Taormina, e ha incassato in patria oltre 9 milioni di euro in sei settimane.

Sempre nella sezione Oltre il Mediterraneo, è stata presentata ieri un'altra anteprima internazionale: Comeback dell'ex-ballerino Ulrik Wivel. Il film di Nordisk Film è stato realizzato grazie al sostegno del Danish New Screen e viene venduto all'estero da TrustNordisk.

Il lungometraggio, fatto di pochi dialoghi, riprese con macchina da presa a mano e primissimi piani, racconta la storia del regista teatrale Roland (Baard Owe), che torna nella natia Copenhagen dalla Germania per lavorare e riconciliarsi con il figlio, che non vede da anni. Il debutto nella fiction di Wivel testimonia il suo passato di documentarista attraverso le interviste (fittizie) con i vecchi compagni di scuola di Roland.

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(Tradotto dall'inglese)

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